Giro dell’Emilia, solo grandi firme. Evenepoel e Roglic sfidano Pogacar. Sul San Luca sarà ancora show

Il campione mondiale di ciclismo Tadej Pogacar celebra la sua vittoria a Bologna, pronto per affrontare il Giro dell'Emilia con altri grandi nomi come Evenepoel e Roglic. L'evento promette spettacolo e competizione di alto livello, con Pogacar determinato a conquistare anche questa corsa che gli è sfuggita in passato.

di ANGELO COSTA -
5 ottobre 2024
Evenepoel e Roglic sfidano Pogacar. Sul San Luca sarà ancora show

Tadej Pogacar, 26 anni, indosserà oggi per la prima volta la maglia di campione del mondo in linea: in questa stagione ha vinto anche Giro d’Italia e Tour

Fresco di titolo mondiale, Tadej Pogacar celebra la sua prima volta in maglia iridata a Bologna: bello farlo in qualsiasi corsa, ma sul colle di San Luca, dove nello scorso giugno lo sloveno ha vestito la prima delle 19 maglie gialle nel Tour della doppietta, ha un sapore speciale. Al Giro dell’Emilia lo sfidano altri due che hanno segnato la stagione, il bicampione olimpico Evenepoel e il vincitore della Vuelta Roglic, già tre volte a segno sul colle bolognese: non sarà tutto, ma è già abbastanza per spiegare la qualità di una classica che nulla ha da invidiare a quelle considerate monumento.

C’è Pogacar che inizia sotto le Due Torri la rincorsa al Lombardia, ultimo obiettivo di una stagione pazzesca in cui li ha centrati tutti, ed è la ciliegina su una torta che di ottimi ingredienti ne ha parecchi: di Evenepoel e Roglic si è detto, ma nomi come Mas, Quintana, Jorgenson, Pidcock, i gemelli Yates e Hindley assommano gloria e prestigio per quanto combinato a Olimpiadi, grandi giri e classicone. E’ un cast che ha l’aria dell’eccezionalità, ma in questa corsa è la normalità: più o meno grandi che siano, le firme vengono volentieri, per il livello del test in vista del Lombardia, per infilarsi in un albo d’oro tra i più completi e perché l’organizzazione di Adriano Amici e del suo staff è all’altezza di un grande evento.

Detto che anche l’Italia proverà a fare la sua parte, fra azzurri polverizzati al mondiale (Tiberi, Ciccone, Bagioli e Zana), speranze (Pellizzari), veterani (Formolo, Pozzovivo, De Marchi e Caruso) e atleti di casa (Fortunato e Aleotti), il faro inevitabilmente resta Pogacar: per la bellezza del suo ciclismo, per la superiorità che esprime ogni volta che si presenta, per la voglia di vincere le corse che gli mancano. Compresa questa, che ha accarezzato nelle due apparizioni precedenti, entrambe chiuse al secondo posto: un buon motivo per battezzare subito la sua nuova divisa. Non gli manca certo il terreno, perché l’Emilia non avrà la lunghezza di una grande classica (216 i chilometri disegnati tra Vignola e Bologna, diretta Rai e Eurosport), ma ha un tracciato che si fa rispettare, sia per il circuito finale, che sale cinque volte a San Luca, sia per la novità di quest’anno, la salita di Montechiaro, tre chilometri cattivi prima dell’ingresso in città. "Questo è uno dei periodi dell’anno che preferisco, con la maglia iridata sarà ancora più speciale. A Zurigo ho realizzato un sogno, quel che arriverà di qui in avanti sarà in più, ma vista la straordinaria stagione avuta come team vogliamo concludere in bellezza", è l’avvertimento dello sloveno, sbarcato in Emilia con la fidanzata Urska Zigart, impegnata nella prova femminile, dopo essersi allenato in bici a Montecarlo col pilota ferrarista Carlos Sainz e in gravel con l’amico Matthews. Ad accoglierlo ha trovato il nuovo kit iridato, bici e occhiali compresi, mostrato alle telecamere in favore di social: in attesa di esibirlo anche al grande pubblico, preferibilmente sul podio di San Luca.

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