Gran Fondo Michele Scarponi: Trionfo di Paolo Ciavatta e Giulia Medri a Filottrano
Oltre 900 ciclisti onorano Michele Scarponi nella Gran Fondo. Vittorie per Paolo Ciavatta e Giulia Medri.

Gran Fondo Michele Scarponi
Oltre 900 ciclisti sui pedali nella Gran Fondo Michele Scarponi giunti da ogni parte d’Italia, ma anche dall’estero per onorare il compianto campione filottranese di ciclismo. E’ la squadra della Go Fast a dare spettacolo sulle strade filottranesi e non solo piazzando quattro atleti nei primi quattro posti della competizione. La formazione abruzzese domina la 6^ Gran Fondo Michele Scarponi – Strade Imbrecciate. Successo per il teramano Paolo Ciavatta che precede i compagni Frangioni, Celano e Di Felice. Tra le donne netto successo della forlivese Giulia Medri, Piazze d’onore per Elisa Leardini ed Alice Puggelli. Nel corto della GF Scarponi (88 chilometri) s’impongono invece il marchigiano Davide Breccia e la vicentina Alessia Bortoli.
"E’ stato un fine settimana di impegno, sorrisi ed emozioni, per cui diciamo semplicemente grazie - si legge nel post della Fondazione Michele Scarponi -. Domenica sono stati tanti, tantissimi gli amici che sono venuti a trovarci, che hanno preso parte ai percorsi proposti dal Gruppo Ciclistico dedicato all’Aquila di Filottrano e che tutti insieme hanno messo il piede a terra per ricordare il nostro Michele". Tutto il gruppo della Gran Fondo ha infatti messo il piede a terra davanti al cimitero di Filottrano dove riposa capitan Astana per un minuto di silenzio. In riferimento proprio a questo gesto, toccante il post social del fratello di Michele Scarponi, Marco. "Dopo il minuto di silenzio i ciclisti sono ripartiti su quelle strade che mio fratello ha percorso su e giù migliaia di volte, nutrendo sogni infiniti. I ragazzi della Scuola di Ciclismo entrano in silenzio nel camposanto e vanno dritti verso la cappella di famiglia dove riposa Michele. Si fermano davanti alla lapide e tutto vibra intorno. C’è un silenzio che sembra un urlo collettivo, poi ascoltando bene l’urlo declina verso un canto dolce, nuovo. Qualcuno di loro otto anni fa forse non era neanche nato. Non hanno mai conosciuto Michele. Più dietro ci siamo io, mia madre e Luca Panichi. Il troppo silenzio di tutti torna a fare uscire vecchie lacrime dagli occhi. Sarà sempre così. Troppo grande il vuoto. Troppo. Eppure questa tomba, mentre piango, con i piccoli immobili davanti, mi appare per la prima volta così potente. Questo non è un luogo di morte. Non lo è oggi. Non lo sarà più. Il ricordo di Michele è un seme che cresce forte come una quercia dentro i bambini che non l’hanno conosciuto. Un seme che diventa volo, energia. Comunità. Grazie a chi crede ancora nella vita, a chi racconta, a chi semina nel vento per vedere nascere un giorno nuove radici dai mille colori. Grazie ai bambini che proteggono Michele".
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