Il danese vince in volata. Tour grandi firme con Vingegaard. Pogacar non è più imbattibile

Il danese Vingegaard vince una tappa epica al Tour de France, battendo Pogacar in uno sprint sorprendente. La concorrenza si difende, ma il favorito sloveno mostra segni di cedimento.

di ANGELO COSTA -
11 luglio 2024
Tour grandi firme con Vingegaard. Pogacar non è più imbattibile

Tour grandi firme con Vingegaard. Pogacar non è più imbattibile

Ricetta per una memorabile giornata di Tour: una lunga tappa di media montagna con sei colli, un’andatura folle (46 orari la media delle prime tre ore) e due giganti della bici che se le suonano senza esclusione di colpi. Alla fine, fra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, è il danese a uscirne vincitore, in tutti i sensi: tecnicamente, perché rimonta il rivale e per la prima volta lo batte allo sprint, e ancor più moralmente, perché neanche lui forse si aspettava di esser pronto per giocarsi la corsa gialla tre mesi dopo essersi sbriciolato (costole rotte e pneumotorace) in una caduta.

"È una vittoria unica, speciale, inimmaginabile nelle ultime settimane, quando non sapevo se sarei tornato a questi livelli. Ero già felice di esser qui, vincere è un’emozione che dedico alla mia famiglia", racconta Vingegaard, sciogliendosi in un pianto caldissimo almeno quanto lo è stata la temperatura della tappa.

Sia stato il clima torrido, non proprio suo alleato, oppure un segnale di calo, non c’è dubbio che Pogacar sia il grande sconfitto di giornata: scappato a 31 chilometri dal traguardo dopo aver cotto il gruppo con la squadra, lo sloveno prima si fa mangiare da Vingegaard in salita il mezzo minuto guadagnato, poi perde inaspettatamente la volata per la tappa. Vero che aumenta il margine sugli altri rivali, ma quello che può negargli la doppietta Giro-Tour sta lievitando alle sue spalle, con la salute che non ti aspetti e lo spirito a mille.

"Non ho potuto seguire subito Pogacar perché il suo attacco è stato violento. Non pensavo di riprenderlo, sono sorpreso anche di averlo battuto allo sprint", dice Vingegaard, sintetizzando in una frase i due grandi segnali di vitalità spediti all’avversario e al Tour.

Quanto alla concorrenza spedita a debita distanza, si difende Evenepoel, soffre ancora Roglic, che cade in discesa nel finale affrontando una curva da fermo, cede Rodriguez e brilla il nostro Ciccone, che restando sul vagone di prima classe chiude quinto ed entra nei dieci in classifica, un posto che dovrà dimostrare di meritare sulle montagne vere.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su