Kooij, vedi Napoli e poi vinci. I guastafeste da sprint rovinano i piani dei big. Pogacar fa da apripista

Narvaez scompiglia le carte, ma lo sloveno in Rosa aiuta i suoi a tirare la volata. Oggi primo giorno di riposo, e Tadej non molla: "Un giro in bici lo farò. E’ la mia prima volta qui, voglio godermi i panorami e magari un buon caffè". .

di ANGELO COSTA -
13 maggio 2024
I guastafeste da sprint rovinano i piani dei big. Pogacar fa da apripista

I guastafeste da sprint rovinano i piani dei big. Pogacar fa da apripista

Niente da fare: per i velocisti in questo Giro è vita dura. A Napoli l’ultima conferma: come nelle precedenti occasioni, sbuca sempre un guastafeste. Stavolta è Narvaez, il vincitore della prima tappa: complici un paio di strappi prima del lungomare, l’ecuadoriano guadagna una manciata di secondi che difende fino agli ultimi 50 metri, costringendo gli sprinter a inseguire prima di lanciarsi. Ne vien fuori un’altra volata anomala, di nuovo indigesta per Jonny Milan: stavolta è l’olandese Olav Kooij a negargli il bis.

"Sapevo che c’era da tener duro negli ultimi chilometri, i compagni mi hanno scortato al meglio, purtroppo ho sbagliato io: sono partito dalla parte sbagliata, verso il centro della strada, e alla fine mi sono mancate un po’ le gambe", è l’onesta analisi del gigante friulano, che in quattro volate ha raccolto una vittoria sola. Questa gliela toglie un altro emergente della velocità, il ventiduenne Kooij, alla quinta vittoria stagionale, la prima in un grande giro: non un imbucato, insomma.

A dare il suo contributo alla singolarità della volata è il solito Pogacar: Napoli gli offrirebbe colori e calore di folla per godersela in pace, e invece lo sloveno mette ancora lo zampino sul finale. Sul rettilineo d’arrivo è lui il primo a lanciarsi alla caccia di Narvaez, con l’obiettivo di fare l’apripista al compagno Molano: rischiosa o no che sia la mossa, è quella decisiva per soffocare l’assalto solitario dell’ecuadoriano e restituire alla tappa il finale veloce che ci si aspettava.

"Sono andato davanti sia per stare al sicuro che per dare una mano a Molano, che si sentiva bene e come gli altri compagni sta lavorando per me dall’inizio: il terzo posto gli darà fiducia", racconta lo sloveno rosa, avviandosi verso il primo giorno di riposo: almeno oggi resterà tranquillo. "Non è così, perchè di impegni ce ne sono sempre tanti. Comunque un giro in bici lo farò: è la prima volta che vengo a Napoli, voglio godermi i panorami di questa città e magari bermi un buon caffè", fa sapere Pogacar.

Tornando poi sul tema di questa prima settimana per lui più impegnativa fuori che in corsa. "Non ho mai parlato di disastro, non fa parte del mio vocabolario. Intendevo dire che dopo la tappa incontro i giornalisti sul traguardo, alle tv, in sala stampa e qualcuno si sposta da un luogo all’altro ripetendomi domande già fatte: è stressante, non certo disastroso".

Stressante semmai è il dibattito sul modo di correre dello sloveno in rosa: c’è chi critica la sua voracità, preferendo una versione più controllata del fenomeno perchè in questo modo spende troppo e si fa soltanto nemici, e c’è chi invece si gusta la sua voglia di dar spettacolo ogni volta che se ne presenta l’occasione. Delle due, quella che onora meglio Giro e pubblico è innegabilmente la seconda.

Alla luminosa domenica sul Golfo partenopeo contribuisce anche un vecchio campione, lo spettacolare Alaphilippe: con un guizzo dei suoi, accende i fuochi d’artificio sui promontori della città, prima in compagnia del giovane connazionale Costiou, poi da solo. E’ il modo con cui il due volte iridato onora il suo spirito di attaccante nato, ma pure un Giro che non ha mai corso e che lo sta conquistando: è già la seconda volta che ci prova, conoscendolo non sarà l’ultima.

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