Lombardia, Pogacar insegue il mito di Coppi
Il fenomeno sloveno a caccia del poker riuscito solo al Campionissimo. L’unico ostacolo da Bergamo a Como sembra Evenepoel
È colpa di Tadej Pogacar se prima di questo Lombardia non ci sono dubbi su chi lo vincerà, ma ci si chiede soltanto dove decollerà: dalla Colma di Sormano, a 40 chilometri dall’arrivo, o prima ancora dal Ghisallo, dove guarda caso hanno piazzato il camper i suoi genitori? È colpa dello sloveno se al comando del pronostico c’è un uomo solo, perché nel 2024 ha travolto gli avversari, vincendo tutti i grandi appuntamenti messi nel mirino: Strade Bianche e Liegi in primavera, poi Giro e Tour che nello stesso anno in questo secolo non si era mai visto, infine il Mondiale. Stagione da lui stesso definita irripetibile, per quanto ha vinto e per come ha vinto: vederlo muoversi a distanza siderale dal traguardo non sarebbe un inedito, ma un semplice replay.
È il Lombardia di Pogacar, destinato a far la storia nella classica che indossa meglio: tre volte l’ha corsa e tre volte l’ha vinta, la quarta in fila gli permetterebbe di eguagliare il record di Coppi che fece poker fra il ’46 e il ’49 in un’Italia che si stava rialzando dalla guerra, prima di aggiungere un quinto trionfo che ne fa l’assoluto primatista in questa prova. Paragoni e numeri si incrociano naturalmente nella carriera di un fenomeno che in stagione conta già 24 successi, quasi tutti in prove di livello altissimo: i primati lo sloveno non ha bisogno di cercarli, ormai gli vengono incontro da soli.
"Mi piace chiudere al Lombardia", raccontava nei giorni scorsi Pogi, apparso meno stanco della compagnia che oggi proverà a sfidarlo. Di sicuro l’iridato sembra avere più energie di Remco Evenepoel, il suo rivale designato: a parole, il belga che ai Giochi si è coperto d’oro fra strada e crono e si è ripetuto contro il tempo anche al Mondiale sprizza salute e motivazioni ("So che Pogacar è imbattibile, ma ci proverò fino all’ultimo metro"), ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo 255 chilometri e quasi 5.000 metri di dislivello che solitamente premiano il meno logoro prima ancora del più forte.
Fra Bergamo e Como, dove l’esondazione del lago ha costretto gli organizzatori a ritoccare l’arrivo, c’è ancora aria di Pogacar show, l’ultimo dell’anno: le dirette integrali dalle 10,25 su Raisport (poi Rai 2) e Eurosport potrebbero veder lievitare gli ascolti medi, perché con lo sloveno in giro è bene mettersi sul divano in anticipo. È vero che il Lombardia propone un cast nobile, perché come Evenepoel sperano nel colpaccio (o nel colpo a vuoto di Pogacar) anche i vari Mas, Bardet e Woods (più defilati i nostri Tiberi, Piganzoli e il quarantenne Pozzovivo, all’ultima recita in carriera), ma stavolta l’attesa è diversa: essendo arcinoto il padrone della corsa, sereno anche sul tema doping ("Il ciclismo è vittima del suo passato, quando i corridori facevano di tutto per essere i migliori. È già uno sport pericoloso, se metti a rischio la tua salute per una carriera di dieci anni, è come buttare via la tua vita. Non voglio rischiare di ammalarmi un giorno"), bisogna solo scoprire cosa si inventerà.
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