Mondiali di ciclismo Zurigo 2024, impresa di Pogacar. L'ordine d'arrivo

Lo sloveno scatta a 100 km dal traguardo e va a vincere il titolo iridato come Merckx e Roche: i migliori degli umani sono O'Connor (argento) e Van Der Poel (bronzo). Deludono Evenepoel e l'Italia: Ciccone, 25esimo, il miglior azzurro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
29 settembre 2024
Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Zurigo (Svizzera), 29 settembre 2024 - L'ultimo atto dei Mondiali di ciclismo di Zurigo 2024 è la prova maschile élite: 273,9 km da Winterthur a Zurigo che mettono in palio l'ambitissimo titolo iridato, che va a Tadej Pogacar, il favorito numero uno che, come suo solito, non si accontenta di fare ma deve strafare. Lo sloveno scatta addirittura a 100 km dal traguardo, con un'azione che ricorda quella di Vittorio Adorni nel 1968, trovando l'alleanza per strada di Jan Tratnik prima di riattaccare a 77 km dalla fine, assestando un colpo epico che gli vale il ristretto ingresso nel novero di coloro che nello stesso anno hanno vinto Giro d'Italia, Tour de France e Mondiale: novero dove figurano i soli Eddy Merckx e Stephen Roche. Alle spalle del neo campione iridato si piazzano Ben O'Connor e il vincitore in carica Mathieu Van Der Poel: i migliori degli umani, con Remco Evenepoel che si nasconde tra essi in una giornata molto anonima e nervosa, come lo è quella dell'Italia, con Giulio Ciccone 25esimo come miglior azzurro.

La cronaca

Pronti, via e partono subito gli scatti, con la fuga vera e propria che però fatica a prendere forma. Il primo vero attacco annovera Riley Sheehan (Stati Uniti), Ivo Oliveira (Portogallo), Emils Liepins (Lettonia) e Filip Maciejuk (Polonia). Sulla prima salita di giornata, quella di Buch am Irchel (4,8 km con una pendenza media del 4,2%), scattano Amir Arslan Ansari (Afghanistan), Cory Williams (Belize), Jonathan Caicedo (Ecuador), Erik Fetter (Ungheria) e Andreas Leknessund (Norvegia): Rien Schuurhuis (Città del Vaticano) invece si stacca subito. Un'accelerazione spacca il plotone, con diversi nomi grossi rimasti nelle retrovie: la Slovenia riesce a chiudere il buco. Ad avvantaggiarsi sono poi Silvain Dillier (Svizzera), Piotr Pekala (Polonia) e Luc Wirtgen (Lussemburgo): a loro poi si aggiungono Rui Oliveira (Portogallo), Tobias Foss (Norvegia), Simon Geschke (Germania), Markus Pajur (Estonia) e Roberto Carlos Gonzalez (Panama), con il ricongiungimento che avviene sulla salita di Kyburg (1,3 km con una pendenza media del 10,2%). Proprio su quest'ascesa Pajur e Gonzalez perdono contatto, restando a bagnomaria, mentre il gruppo si è praticamente fermato, dando il via libera a questa fuga. Intanto il primo colpo di scena della giornata riguarda un potenziale protagonista come Pello Bilbao (Spagna), coinvolto in una caduta in un momento di calma in seno al plotone: a terra finisce anche un altro possibile big come Julian Alaphilippe (Francia), il due volte campione iridato addirittura costretto al ritiro così come Mikel Landa (Spagna), Joao Almeida (Portogallo) e Mattias Skjelmose (Danimarca). Intanto il gruppo riprende gli ex fuggitivi Pajur e Gonzalez: gruppo dal quale prova a evadere Pablo Castrillo (Spagna), che ha il merito di accendere la miccia tra i big. Non a caso si crea poi un gruppo di contrattaccanti che annovera Laurens De Plus (Belgio), Jan Tratnik (Slovenia), Mattia Cattaneo (Italia), Magnus Cort Nielsen (Danimarca), Pavel Sivakov (Francia), Stephen Williams (Gran Bretagna), Jay Vine (Australia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Johannes Staune-Mittet (Norvegia) e Florian Lipowitz (Germania). Intanto cadono Michael Matthews (Australia) e Mark Donovan (Gran Bretagna), ma la vera novità sono gli scatti che vedono protagonisti nomi importanti: da Kasper Asgreen (Danimarca) a Wilco Kelderman (Olanda) e Romain Grégoire (Francia), fino a Tadej Pogacar (Slovena), l'uomo più atteso al via che parte a 100 km dal traguardo e al quale replicano solo Andrea Bagioli (Italia) e Quinn Simmons (Stati Uniti), che poi si arrendono. Strada facendo Pogacar trova Tratnik, staccatosi dalla fuga per dare manforte al proprio capitano: i due infatti si affacciano nella testa della corsa, con il Belgio che dietro è chiamato a lavorare sodo per l'inseguimento. Pogacar si avvantaggia in discesa ma poi torna sui suoi passi prima di riattaccare a 77 km dall'arrivo, appena la strada torna a salire: i primi inseguitori dello sloveno sono Vermaeke, Lipowitz e Sivakov, con quest'ultimo che torna alla ruota dello sloveno. A 72 km dalla fine c'è la prima fiammata di un nervosissimo Remco Evenepoel (Belgio), che capisce di doversi mettere in proprio per inseguire la testa della corsa. A scattare poi è Giulio Ciccone (Italia), ma l'inseguimento resta caotico: accelera poi Mathieu Van Der Poel (Olanda), ma più che guadagnare sui battistrada ciò che si ottiene è l'assottigliamento del drappello dei migliori. A scattare sono Matteo Jorgenson (Stati Uniti), ma il vuoto lo fanno Ben Healy (Irlanda), Oscar Onley (Gran Bretagna) e Toms Skujins (Lettonia). A 51 km dal traguardo Pogacar resta solo, mentre dalle retrovie Van Der Poel va via in solitaria, trovando per strada Onley e mettendo nel mirino Healy e Skujins prima di subire il rientro del gruppo. Dopo tanto fermento, la situazione si cristallizza così: davanti c'è il solo Pogacar, che approccia l'ultimo giro con un margine rincuorante su Healy e Skujins, i primi inseguitori. Su uno strappo scatta Marc Hirschi (Svizzera): ad allungare sono poi anche Enric Mas (Spagna) e Ben O'Connor (Australia). Riprendono le fiammate e a quella di Van Der Poel replica Evenepoel, con la corsa si riaccende anche grazie al leggero calo lì davanti di Pogacar. Alle spalle dello sloveno si crea un drappello numeroso che diventa più minaccioso: Evenepoel, Van Der Poel, Hirschi, O'Connor, Mas, Healy e Skujins formato un plotone tanto qualitativo e ben assortito quanto poco coeso, con Pogacar che torna a guadagnare una manciata di secondi a ridosso del cartello dei 10 km al traguardo. Van Der Poel attacca e si porta dietro Skujins e Hirschi ma la situazione si ricompatta: tutte scaramucce che sorridono a Pogacar, che si invola verso un trionfo dai contorni epici. Alle spalle dello sloveno si consuma la lotta per le medaglie, che vede O'Connor fare il vuoto, assicurandosi l'argento, e Van Der Poel prendersi un bronzo di orgoglio.

Ordine d'arrivo prova in linea maschile élite Mondiali Zurigo 2024

1) Tadej Pogacar (SLO) in 6h27'30''

2) Ben O'Connor (AUS) +34''

3) Mathieu Van Der Poel (NED) +58''

4) Toms Skujins (LAT) +58''

5) Remco Evenepoel (BEL) +58''

6) Marc Hirschi (SUI) +58''

7) Ben Healy (IRL) +1'00''

8) Enric Mas (ESP) +1'01''

9) Quinn Simmons (USA) +2'18''

10) Romain Bardet (FRA) +2'18''

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