Pantani, la notte in cui il Pirata fu incastrato

Quella notte tra venerdì 4 e sabato 5 giugno 1999 fu l’inizio della fine per il campione romagnolo

di MASSIMO PANDOLFI -
13 luglio 2024
Pantani, Riaperto il caso sulla camorra che lo fermò al Giro nel 1999

Pantani, Riaperto il caso sulla camorra che lo fermò al Giro nel 1999

Bologna, 13 luglio 2024 - Un tormentone, che dura da 25 anni, e che magari avrà anche stancato ma che nasconde una verità profonda. E sicura: Marco Pantani, il grande Marco Pantani, fu in qualche modo fregato quella notte a Madonna di Campiglio, fra venerdì 4 e sabato 5 giugno 1999. Questa nuova, ennesima inchiesta si è intrecciata con quella aperta, richiusa, riaperta, richiusa eccetera eccetera di Rimini. Inchiesta ancora più dolorosa, perché legata alla morte di Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004.

Marco cominciò a morire a Madonna di Campiglio

Non sappiamo che fine farà il lavoro dei magistrati trentini e non siamo (ovviamente) neanche in grado di dirvi se Pantani quando vinceva tutto era dopato oppure no. Quello che vogliamo spiegarvi-rispiegarvi è che il Pirata 25 anni fa fu davvero incastrato. Dalle scommesse, dalla camorra o da non si sa chi. La mattina del 5 giugno Marco Pantani, che stava stravincendo il Giro d'Italia, aveva l’ematocrito sballato e fu fermato per la sua tutela fisica. Troppa Epo? Cioè, cioè si era dopato per vincere?

La verità è molto semplice. Quasi banale

"Il venerdì sera sapevamo tutti che la mattina successiva sarebbe passato l’antidoping _ ci ha raccontato anni fa Andrea Agostini, che era il portavoce di Pantani ma è stato anche l'amico d'infanzia del Pirata _ Anche in sala stampa non si parlava d’altro. Sottovoce si diceva: ‘Arrivano i vampiri domattina’. Marco non era un fesso e non nascondiamoci dietro a un dito; se anche si fosse dopato, c’erano mille modi per far tornare a posto i livelli del sangue".Pedalando per qualche ora, ad esempio, di notte, sulla cyclette.

Quella notte

L’arrivo dei ‘vampiri’ era davvero il segreto di Pulcinella di Madonna di Campiglio. "Sì – parole sempre di Agostini – perché come da prassi, il Coni doveva fare tre controlli antidoping durante il Giro d’Italia. Due erano già stati eseguiti, ne mancava uno. Escluso un blitz la mattina del carosello finale del Giro, cioè la domenica, i medici dell’antidoping non potevano che arrivare sabato mattina". E così fu. I 'vampiri’ bussarono alla porta di Pantani all’alba, prelevarono il suo sangue e fu la fine: di un campione, di un mito sportivo, forse anche di un uomo. Addio Giro, con l’ombra infamante del doping.

Ematocrito a 51,9

Ematocrito a 51,9 il verdetto di condanna. Ma non tutti sanno che poche ore prima del blitz dei ‘vampiri’, il livello del sangue di Pantani era molto più basso: 48. Regolarissimo. Abbondantemente entro il limite (50) previsto dalle norme per evitare lo stop per motivi di salute. "Il venerdì sera – rivela Agostini – a scanso di equivoci lo staff sanitario della Mercatone Uno, così come facevano tutte le squadre, misurò l’ematocrito di Marco: era 48. Era 48 anche sabato pomeriggio, quando di ritorno da Madonna di Campiglio ci fermammo per fare un ulteriore controllo a Imola". 48 il venerdì sera, 52 il sabato mattina, 48 di nuovo il sabato pomeriggio: quindi, cos’è successo? O Pantani è impazzito e si è dopato fra un controllo e l’altro, oppure è stato incastrato. Voi che dite? Ecco, questa è storia. Vera, triste.

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