Tour de France, record negativo per l'Italia: 100 tappe senza una vittoria

Dal 27 luglio 2019 nessun corridore azzurro ha vinto una frazione alla Grande Boucle: l'ultimo è stato Nibali a Risoul prima di una serie di piazzamenti

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
15 luglio 2024
Vincenzo Nibali (Ansa)

Vincenzo Nibali (Ansa)

Roma, 15 luglio 2024 - Degli 8 italiani partiti da Firenze, dopo due settimane di corsa, ne sono rimasti 6 a causa dei ritiri di Michele Gazzoli e Alberto Bettiol, quest'ultimo anche preoccupante in vista delle Olimpiadi nonostante le rassicurazioni del diretto interessato: il migliore nella classifica generale del Tour de France 2024 è Giulio Ciccone, ottavo con un distacco di 15'48'' da Tadej Pogacar. Un'eternità dal corridore che, insieme a Jonas Vingegaard, come si suol dire sta facendo un altro sport trovando finora in un pacchetto di patatine e in una ciabatta calpestate forse gli 'avversari' più pericolosi: un dato di fatto che però non basta a consolare il movimento azzurro, che tocca quota 100, come le tappe senza una vittoria di un italiano.  

I dettagli

  L'ultimo a trionfare alla Grande Boucle, manco a dirlo, è stato Vincenzo Nibali, di cui quest'anno corre il decennale dalla maglia gialla indossata a Parigi nel 2014: per l'ultimo sigillo di tappa correva invece il 27 luglio 2019 e il fuoriclasse siciliano si imponeva a Risoul prima di avviare un lustro molto complicato per il ciclismo italiano. Restando al Tour de France, a referto da allora ci sono solo dei piazzamenti più o meno di lusso, quasi tutti a firma di Bettiol e Ciccone (quest'ultimo anche maglia a pois l'anno scorso). Poi poco o nulla a parte qualche volata: nel tempo ci hanno provato i vari Niccolò Bonifazio, Giacomo Nizzolo, Simone Consonni, Mattia Cattaneo, Sonny Colbrelli e Alberto Dainese ma nessuno è mai andato oltre la piazza d'onore. Difficile ipotizzare la rottura di questa sorta di incantesimo nell'edizione in corso. Bettiol, appunto, si è ritirato e comunque non ha mai mostrato una buona gamba nonostante il titolo nazionale vinto appena poche settimane fa e Ciccone, a sua volta in difficoltà sui Pirenei, si trova in una posizione scomodissima: ancora troppo vicino (si fa per dire) in classifica generale per prendere una fuga e decisamente troppo lontano per sognare qualcosa di importante, come il podio o anche solo la top 5. Proprio con una fuga arrivò l'ultimo successo azzurro, quello figlio di un Nibali all'attacco: nel Tour de France che sarebbe stato vinto da Egan Bernal mancavano ancora i fenomeni di oggi, ma gente come Mikel Landa e Alejandro Valverde provò comunque a rimontare sullo Squalo, che invece andò a vincere andando inconsciamente ad aprire il digiuno più lungo dell'Italia alla Grande Boucle.

La carica di Vingegaard

  Dal passato al presente, quello che vede Vingegaard, il bis-campione in carica, non voler alzare bandiera bianca nonostante un ritardo di 3'09''. "Penso che la vittoria sia ancora possibile. Finché sarà così non mi arrenderò: ho vinto il Tour de France due volte e di certo non mi accontenterò del secondo posto". Il danese sembra far leva sulla speranza di un calo di Pogacar nella terza settimana. "Negli ultimi due anni Tadej ha dimostrato di poter incappare in una giornata storta. Ora è più forte di me, ma qualora migliorassi ancora saremmo allo stesso livello".

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