Pogacar spacca il Tour 2024. Mostruoso a Plateau de Beille, battuto il record di Pantani

La maglia gialla firma il nuovo record di scalata su Plateau de Beille, strappandolo a Pantani. Vingegaard ora è lontano 3'09'' dallo sloveno, il re dei Pirenei

di Redazione Sport
14 luglio 2024
Tadej Pogacar (Ansa)

Tadej Pogacar (Ansa)

Plateau de Beille (Francia), 14 luglio 2024 - La tappa 15 del Tour de France 2024 porta la carovana da Loudenvielle a Plateau de Beille dopo 197,7 km ancora nel cuore dei Pirenei. Rispetto a ieri, la top 3 di giornata è la stessa: primo Tadej Pogacar, secondo Jonas Vingegaard, terzo Remco Evenepoel. A cambiare è la sostanza: stavolta, fin dalle prime pedalate, è la Visma-Lease a Bike a provare a fare corsa dura grazie a Matteo Jorgenson, che però non è Sepp Kuss e si vede. Lo statunitense fa il suo compito sulle prime rampe di Plateau de Beille, la salita resa celebre da Marco Pantani, che salì in 43'20'' nel 1998, curiosamente l'anno di nascita dello sloveno: un altro record destinato a essere bruciato dalla generazione attuale dei talenti, guidati da Pogacar, che stavolta sta a ruota di Vingegaard, un copione che di solito si propone a parti invertite, per poi staccarlo a 5,4 km dal traguardo. La maglia gialla completa l'ascesa finale in 39'44'', facendo segnare il nuovo record e apponendo una bella ipoteca alla sua leadership in una classifica generale in cui sprofondano diversi protagonisti: tra essi anche Giulio Ciccone, che paga un dazio pesantissimo pur restando all'ottavo posto. E' meno pesante ma comunque sempre più ampio il ritardo di Vingegaard, oggi attardato di 3'09'' e reduce da due 'schiaffoni', entrambi tra l'altro sul terreno teoricamente amico delle salite lunghe, quelle che un tempo erano il punto debole di Pogacar, che cala il tris di vittorie di tappa. Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, la corsa ripartirà dalla tappa 16, la Gruissan-Nimes di 188,6 km: con un solo GPM di quarta categoria piazzato a metà percorso, la frazione offrirà di fatto l'ultima chance ai velocisti rimasti in gruppo.  

La cronaca

Pronti, via e il gruppo deve subito scalare il Col de Peyresourde (6,9 km con una pendenza media del 7,8%), dove subito partono scatti e controscatti pur senza veder nascere la fuga buona: tra i più attivi c'è David Gaudu (Groupama-FDJ), che scollina per primo. Si scende in picchiata fino al traguardo volante di Marignac, dove la spunta Biniam Girmay (Intermarché-Wanty): l'eritreo viene però retrocesso a causa di una manovra poco corretta in volata. Poco prima del Col de Menté (9,3 km con una pendenza media del 9,1%) si forma la fuga, che oltre alla maglia verde annovera Simon Yates, Michael Matthews (Team Jayco AlUla), poco prima battuto allo sprint intermedio, Michal Kwiatkowski, Laurens De Plus (Ineos Grenadiers), Julien Bernard (Lidl-Trek), Nans Peters (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Nico Denz, Jai Hindley, Bob Jungels, Matteo Sobrero (Red Bull-Bora-Hansgrohe), Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Alberto Rui Costa, Ben Healy (EF Education-EasyPost), Jakob Fuglsang (Israel-Premier Tech), Guillaume Martin (Cofidis), Enric Mas, Alex Aranburu, Davide Formolo, Gregor Muhlberger, Javier Romo (Movistar Team), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), Magnus Cort Nielsen, Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Oscar Onley (Team DSM-Firmenich PostNL), Mathieu Burgaudeau e Jordan Jegat (Team TotalEnergies). Questo drappello perde unità strada facendo, con lo scollinamento che premia Romo: intanto il forcing in gruppo della Visma-Lease a Bike fa male a Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Si torna a salire sul Col de Portet-d'Aspet (4,3 km con una pendenza media del 9,6%), tristemente noto per l'incidente mortale di Fabio Casartelli nel 1995: a scollinare per primo stavolta è Johannessen. Tocca poi al Col d'Agnes (10 km con una pendenza media dell'8,2%): davanti si forma un terzetto composto da De Plus, Hindley e Mas, inseguiti da Carapaz e Healy. L'ultimo dell'elenco, svolto il suo lavoro da gregario si stacca, mentre il primo scollina davanti a tutti: in discesa intanto ai battistrada si accoda Johannessen. Il quintetto davanti approccia le prime rampe del Plateau de Beille (15,8 km con una pendenza media del 7,9%), con Carapaz che prova subito a scattare: in gruppo il ritmo lo fa Matteo Jorgenson (Visma-Lease a Bike), con Derek Gee (Israel-Premier Tech), Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Giulio Ciccone (LIdl-Trek) tra le prime vittime illustri. A staccarsi è anche Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), mentre sul tratto più duro scatta Jonas Vingegaard (Visma-Lease a Bike): Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è l'unico a rispondere. I due, oggi maglia a pois e maglia gialla, salgono e via via riassorbono tutti i fuggitivi fino a diventare la testa della corsa. Carapaz prova a rimanere in scia ma deve a sua volta cedere ai due, che procedono insieme fino a 5,4 km dal traguardo, quando Vingegaard si gira, mostrando un piccolo segno di cedimento: ne approfitta Pogacar, che scatta e saluta il rivale proprio sulle pendenze più dure, infliggendo a Vingegaard un ritardo di 1'08''. Se non è un'altra ipoteca sulla Grande Boucle poco ci manca.

Ordine d'arrivo tappa 15 Tour de France 2024

  1) Tadej Pogacar (UAD) in 5h13'55'' 2) Jonas Vingegaard (TVL) +1'08'' 3) Remco Evenepoel (SOQ) +2'51'' 4) Mikel Landa (SOQ) +3'54'' 5) Joao Almeida (UAD) +4'43'' 6) Adam Yates (UAD) +4'56'' 7) Santiago Buitrago (TBV) +5'08'' 8) Carlos Rodriguez (IGD) +5'08'' 9) Richard Carapaz (EFE) +5'41'' 10) Felix Gall (DAT) +5'57''  

Classifica generale Tour de France 2024

  1) Tadej Pogacar (UAD) in 61h56'24'' 2) Jonas Vingegaard (TVL) +3'09'' 3) Remco Evenepoel (SOQ) +5'19'' 4) Joao Almeida (UAD) +10'54'' 5) Mikel Landa (SOQ) +11'21'' 6) Carlos Rodriguez (IGD) +11'27'' 7) Adam Yates (UAD) +13'38'' 8) Giulio Ciccone (LTK) +15'48'' 9) Derek Gee (IPT) +16'12'' 10) Santiago Buitrago (TBV) +16'32'' GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO

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