Partenza da Firenze il 29 giugno, il giorno dopo l’arrivo a Bologna. Tour all’italiana, solo per supereroi

Il Tour del 2024 partirà dall'Italia e sarà caratterizzato da tanta montagna, tanta cronometro, avvio e finale inediti. I migliori ciclisti al mondo si sfideranno su un tracciato duro, con sette tappe di montagna e quattro arrivi in quota. Sarà una sfida tra Vingegaard e Roglic.

di ANGELO COSTA
26 ottobre 2023

Tanta montagna, tanta crono, avvio e finale inediti: eccolo qua il Tour del 2024, il primo che partirà dall’Italia, di cui erano già note le tre tappe (Firenze-Rimini, Cesenatico-Bologna e Piacenza-Torino). Rispetto ai colleghi del Giro, i francesi scelgono ancora la linea dura, non avendo il problema di capire chi sarà al via della loro corsa: come sempre i migliori ci saranno tutti, dai duellanti Vingegaard e Pogacar a Roglic, dai due fenomenali Van (der Poel e Aert) al debuttante Evenepoel.

Nell’anno olimpico, il Tour sceglie di restare lontano da Parigi: parte il 29 giugno da Firenze, per celebrare il centenario del primo successo italiano in Francia di Bottecchia e i 110 anni della nascita di Bartali, e arriva il 21 luglio in Costa Azzurra, mai successo. Non saranno passeggiate: subito Appennino e San Luca per agitare la corsa, settimana finale con tapponi alpini in serie e la severa crono di Nizza l’ultimo giorno, come non accadeva dal 1989, quando Lemond beffò Fignon per otto secondi. Né si andrà a spasso gli altri giorni: sette tappe di montagna e quattro arrivi in quota, con un dislivello complessivo che supera i 52 mila metri (il Giro, per stuzzicare chi insegue la doppietta, è sceso sotto i 43mila), 59 chilometri contro il tempo e variazioni come i 32 chilometri di sterrato della nona tappa. Terreno per uomini duri, insomma.

Pedalare fuoristrada preoccupa il vincitore delle ultime due edizioni, Jonas Vingegaard, unica grande firma presente in una platea parigina che ha registrato anche l’orgoglio del governatore emiliano Bonaccini per la storica partenza dall’Italia. "Tracciato duro, con tappe difficili e speciali: mi piace, è adatto a me. Le crono saranno a mio favore solo se avrò le gambe dell’ultimo Tour, lo sterrato è una novità, può esser divertente, ma anche rovinarti la classifica", racconta lo scandinavo, che nel 2024 avrà un rivale in più nell’ex compagno Roglic. Il Re pescatore culla la mezza idea di puntare ai Giochi, che arrivano subito dopo il Tour: in fondo, a Parigi è da un po’ che il danese ha messo su casa.

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