Pogacar batte bufera e polemiche. Giro, è un tappone dimezzato . Tadej inarrestabile fa cinquina

Il maltempo innesca il solito scontro tra organizzatori e corridori, salta la passerella a Livigno e l’Umbrailpass. Lo sloveno si invola verso Santa Cristina e precede un ottimo Pellizzari, donandogli poi maglia rosa e occhiali .

di ANGELO COSTA -
22 maggio 2024
Giro, è un tappone dimezzato . Tadej inarrestabile fa cinquina

Giro, è un tappone dimezzato . Tadej inarrestabile fa cinquina

Con puntualità svizzera, vista la vicinanza di Livigno, l’arrivo del maltempo in quota manda in tilt il Giro. Dimezzato il tappone che va in Valgardena, già mutilato di parte dello Stelvio: ormai un classico. A seguire bisticci, dispetti, lo dico alla maestra, allora porto via il pallone: da una possibile giornata epica a una penosa sceneggiata è un attimo.

E’ una farsa ben nota, solito copione e stessi protagonisti: di qua gli organizzatori, irremovibili alla vigilia ("La tappa è questa e tale resta"), di là il sindacato dei ciclisti, col presidente Adam Hansen in testa, che al risveglio alza il ditino al cielo per indicare acqua e qualche fiocco di neve e chiede sconti sul percorso, vedi discese. Si trova l’accordo, siglato "da una stretta di mano" (cit): noi togliamo lo Stelvio intero, voi fate passerella nelle vie di Livigno, salvando partenza e cassa. Peccato che all’ora di sfilare i ciclisti rifiutino di scendere dalle ammiraglie: non ci bagniamo né congeliamo per un’inutile sceneggiata. Punto. E’ l’eterno ritorno del sempre uguale: caos e improvvisazione vanno ancora a braccetto, come un anno fa a Crans Montana e prima ancora a Morbegno. Gli organizzatori gridano al tradimento, i corridori pur non avendo tutti i torti tradiscono chi ha dato la parola per loro. E se la prendono pure con chi guida la corsa, chi col sorriso come Pogacar ("Sono pronto per giornate così, ma anche gli organizzatori dovrebbero esserlo e avere un piano B"), chi con la mazza da baseball come O’Connor ("Questa è una delle gare organizzate peggio"). Se ne riparlerà, forse già oggi: altro tappone, con la nuova cima Coppi (il passo Sella, in avvio), ancora clima avverso.

Ex tappone o tappino che sia, a Pogacar non fa differenza: con un guizzo sulla rampa finale, si prende un’altra vittoria. E’ la quinta e sul traguardo le conta una alla volta con le dita. Da cannibale stavolta si divora il più giovane di tutti, Giulio Pellizzari, che sceso di bici abbraccia il suo carnefice chiedendogli in dono occhiali e maglia rosa. "Vedendolo arrivare, ho pensato: bastardo, ancora…", dice il marchigiano che già a Torino aveva provato l’ebbrezza di un finale con lo sloveno. Nell’altro Giro Martinez sorpassa Thomas, risale anche Tiberi, il resto è noia.

Ordine d’arrivo 16ª tappa Lasa-Santa Cristina Valgardena: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) km 118 in 2h 49’37’’ (media 41,989), 2) Pellizzari a 16’’, 3) Martinez (Col) st, 4) Scaroni a 31’’, 5) Tiberi a 33’’, 15) Thomas (Gbr) a 49’’. Classifica: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae), in 59h 01’09’’, 2) Martinez (Col) a 7’18’’, 3) Thomas (Gbr) a 7’40’’, 4) O’ Connor (Nzl) a 8’42’’ , 5) Tiberi a 10’09’’, 6) Arensman (Ola) a 10’33’’, 7) Bardet (Fra) a 12’18’’, 8) Zana a 12’43’’.

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