Pogacar non si ferma neanche quando cade. Il Giro ha già ritrovato il suo padrone

Lo sloveno fora, finisce a terra, recupera e stacca tutti sulla salita di Oropa prendendo la maglia rosa: il migliore degli italiani è Fortunato

di ANGELO COSTA -
6 maggio 2024
Pogacar non si ferma neanche quando cade. Il Giro ha già ritrovato il suo padrone

Pogacar non si ferma neanche quando cade. Il Giro ha già ritrovato il suo padrone

Niente di che stupirsi. Due tappe e Tadej Pogacar è già lassù, dove ci si aspettava che fosse. C’è adesso che a Oropa ha vinto la sua prima tappa e si è vestito di rosa: il Giro sarà anche lungo e ricco di insidie, come gli imbonitori tv ripetono per tener in piedi lo spettacolo, ma qui lo spettacolo è un corridore solo, quello che vincerà. Se già non l’ha fatto.

Che Oropa facesse rima con Pogacar si sapeva dal giorno in cui lo sloveno si è annunciato al via del Giro: non per le suggestioni legate all’impresa di Pantani, semmai per la qualità della salita, lunga e dura. Ad accostarlo al campione romagnolo è solo una sinistra coincidenza, un guaio meccanico ai piedi dell’arrampicata, meno dodici al traguardo: una foratura rallenta e fa pure mettere il sedere in terra al fenomenale bimbo. Contrattempo minimo: rientrato in fretta, screma la compagnia con la squadra, poi se ne va da solo a 4,5 chilometri dal santuario, senza tirarsi il collo, come chi vuole risparmiare energie per la doppietta Giro-Tour.

"Non so se la maglia rosa mi doni, ma è un sogno che realizzo. Oggi il piano ha funzionato, è bellissimo vincere sulle salite di Pantani, dedico la vittoria alla famiglia di un ragazzo del mio team in Slovenia, morto in un incidente. Ora ci sono tre tappe per velocisti in cui posso rilassarmi", racconta Pogacar, da ieri nella galleria di chi ha vinto tappe in tutti i grandi Giri: difficile pensare che non entri in quella dei vincitori del Giro.

Con Pogacar che diverte e si diverte, confermando la sua indole di campione che non fa calcoli nè si vergogna di mostrare la sua superiorità, gli altri inevitabilmente restano indietro: vien da pensare che triste corsa sarebbe senza il fenomeno sloveno in circolazione. A sopravvivere meglio sono Thomas e il suo ex compagno Martinez, il pupo Uijtdebroeks e il nostro Fortunato, il migliore di una pattuglia italiana che vede smarrirsi l’atteso Tiberi, frenato da una foratura in vista di Oropa, e il baby Pellizzari. Non sono loro a scivolare indietro, è la classe di Pogacar a seminarli. Col fondato rischio che di qui alla fine si corra per il secondo posto: quello del primo degli umani.

Ordine d’arrivo 2ª tappa S. Francesco al Campo-Oropa: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) km 161 in 3h54’20’’ (media 41,223), 2) Martinez (Col) a 27’’, 3) Thomas (Gbr) st, 4) Fortunato, 5) Lipowitz (Ger), 6) Storer (Nzl) a 30’’, 7) Uijtdebroeks (Bel) st, 34) Tiberi a 2’24’’, 35) Pellizzari st.

Classifica: 1) Pogacar in 7h 08’29’’, 2) Thomas a 45’’, 3) Martinez st, 4) Uijtdebroeks a 54’’, 5) Rubio st, 6) Fortunato a 1’05’’, 14) Conci a 1’42’’, 26) Tiberi a 2’48’’, 27) Pellizzari a 2’51’’, 38) Quintana a 6’32’’.

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