Pogacar padrone anche del tempo. Capolavoro a crono e Ganna battuto. Il Giro già nelle mani del fuoriclasse. Salta la Cima Coppi: niente Stelvio

Nella Foligno-Perugia ennesima dimostrazione di superiorità dello sloveno che in una settimana fa il vuoto "Mi sono sentito benissimo, ma poi posso ancora migliorare: mi aspettavo i miei avversari più vicini".

di ANGELO COSTA -
11 maggio 2024
Capolavoro a crono   e Ganna battuto. Il Giro già nelle mani del fuoriclasse. Salta la Cima Coppi: niente Stelvio

Capolavoro a crono e Ganna battuto. Il Giro già nelle mani del fuoriclasse. Salta la Cima Coppi: niente Stelvio

Una settimana appena, 24 ore di gara: è bastato questo a Tadej Pogacar per impacchettare il Giro d’Italia. Una salita e una crono, come si sospettava da settimane: tra il dire e il fare c’è di mezzo questo fenomeno sloveno che dopo aver vinto a Oropa si ripete a Perugia, lasciandosi alle spalle il migliore di tutti contro il tempo, Pippo Ganna, pur avendo trovato più vento di lui. Un capolavoro, uno dei tanti regalati da questo prodigio del ciclismo, non certo una sorpresa.

Rispettando il programma di viaggio, Pogacar avvia ora la seconda parte del suo Giro: di qui in avanti può tranquillamente amministrare le energie per il grande bersaglio di stagione, la doppietta col Tour. Magari il suo istinto cannibalesco lo ingolosirà ancora, spingendolo a fare altri numeri: deliziare la platea è uno degli aspetti migliori di questo extraterrestre. Ma i teorici del ‘Giro è ancora lungo’ possono mettersi l’anima in pace: se non lo faranno un poliziotto o un gatto nero, questo non lo fermerà nessuno.

Più che chiudere il Giro mai cominciato davvero, Pogacar lo sbrana: dopo un terzo di cammino ha distacchi sui rivali che nel recente passato non si sono raggiunti in tre settimane. Vien quasi da sorridere pensando che la corsa rosa non salirà sullo Stelvio causa rischio valanghe: mancherà una suggestiva gita in alta quota (neanche così decisiva: la cima Coppi era piazzata nella prima parte della tappa…), ma di sicuro la classifica non ne soffrirà. Quella è già disegnata adesso, almeno alla voce più importante: di qui in avanti, la battaglia riguarda solo il secondo posto.

Da chi lotta per il secondo posto arrivano le parole giuste per spiegare il fenomeno: "E’ un onore essere avversario di Pogacar, perché diventerà il più grande di sempre", dice quel gran signore di Geraint Thomas. Chi arriva secondo nella crono, invece, si spiega meglio a gesti: "Vai piano", fa segno con le mani Superpippo, mentre lo sloveno arrampicandosi a Perugia gli sta sbriciolando il minuto di margine raccolto in pianura. "Non correvo una crono da tantissimo, ho lavorato molto sulla bici da crono e oggi mi sono sentito benissimo. Posso ancora migliorare, sono sorpreso di aver fatto una delle migliori crono, ma anche di come sono andati i miei avversari, che mi aspettavo più vicini", racconta Pogacar, tornato ad indossare il body metà rosa e metà granata (in onore del Grande Torino, ndr) al centro dei giorni scorsi di una triste battaglia burocratica con la federazione internazionale. Indipendentemente dai colori, è una divisa che non lo stressa: "E’ vero che aumentano gli impegni, dalle premiazioni alle interviste, ma non si può dire che sia pesante. Me la godo, sentire la gente ai bordi delle strade urlare il mio nome mi piace parecchio". E magari lo stimola a dare ancora spettacolo.

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