Pogacar, un simpatico Cannibale. La Liegi da padrone: e ora il Giro

Show dello sloveno, che fa il vuoto e vince la sua sesta classica monumento. Bardet e Van der Poel sul podio

di ANGELO COSTA -
22 aprile 2024
Pogacar, un simpatico Cannibale. La Liegi da padrone: e ora il Giro

Pogacar, un simpatico Cannibale. La Liegi da padrone: e ora il Giro

Come sempre, Tadej Pogacar si era annunciato: "Mai pensato di poter perdere", aveva avvisato alla vigilia. Come sempre, non si è limitato a vincere, ma ha fatto un numero dei suoi: 35 chilometri di fuga solitaria, dopo gli 81 della Strade Bianche, per restare alla stagione in corso. Anche la Liegi per la seconda volta finisce nel museo del fenomeno sloveno, che aggiorna la contabilità ogni volta che si presenta a una gara: sesta classica monumento in carriera, vittoria numero 70, settimo centro stagionale in dieci giorni di corsa. Avviso ai naviganti del Giro che scatta fra meno di due settimane: se dopo un mese d’altura il bimbo d’oro sbrana la più severa delle gare del Nord, c’è da chiedersi quanto impiegherà a divorarsi la corsa rosa.

Anche sulle cote delle Ardenne, Pogacar azzera la cronaca: c’è qualcosa che assomiglia a una corsa fino alla Redoute, da lì in poi l’extraterrestre recita da solo. Sullo strappo più iconico, con un’irresistibile progressione, il biondino fa pagare ai rivali la fatica: è quella provocata dal ritmo alto imposto dai compagni dello sloveno, su tutti un superbo Novak. Strategia perfetta per intossicare tutti, in primis l’atteso Van der Poel, anche se l’iridato provvede in parte da solo: sorpreso da una caduta che spacca il gruppo a cento dall’arrivo, si sciroppa trenta chilometri di rincorsa per riagganciarsi e, alla fine, chiudere sul podio. Più che una classica, anche la Liegi è un classico: con Pogacar si sa in anticipo come andrà a finire. E’ il cliché di questo straordinario campione che lo stesso Merckx ha paragonato a se stesso: a differenza del Cannibale di ieri, quello di oggi domina suscitando simpatia, per la leggerezza con cui lo fa. Qui aggiunge un pizzico di commozione: le dita al cielo sul traguardo sono per la mamma della fidanzata Urska, scomparsa due anni fa proprio alla vigilia della Liegi. Saltata quella per lutto, interrotta quella dello scorso anno per la caduta in cui si è rotto la mano, Pogacar aveva un conto da saldare: tutto sistemato. "Sono felice ed emozionato, la squadra ha fatto un lavoro pazzesco. Ho corso evitando rischi e stando al coperto per il freddo, sulla Redoute sapevo che toccava a me", spiega lo sloveno, pronto per sbarcare per la prima volta al Giro. Anche se dire pronto è poco.

Nella Liegi femminile, seconda Elisa Longo Borghini, preceduta allo sprint dall’australiana Grace Brown.

Ordine d’arrivo 110esima Liegi-Bastogne-Liegi: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) km 254,5 in 6h 13’48’’ (media 40,851), 2) Bardet (Fra) a 1’39’’, 3) Van der Poel (Ola) a 2’02’’, 4) Van Gils (Bel) st, 5) A. Paret Peintre (Fra), 22) Tiberi.

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