Tadej Pogacar trionfa al Giro delle Fiandre: settima vittoria in maglia iridata

Pogacar domina il Giro delle Fiandre, vincendo in solitaria. Ora punta alla Roubaix, sfida che accetta con piacere.

di ANGELO COSTA
7 aprile 2025
Tadej Pogacr dopo la vittoria nelle Fiandre proverà a ripetersi nella Parigi-Roubaix

Tadej Pogacr dopo la vittoria nelle Fiandre proverà a ripetersi nella Parigi-Roubaix

di Angelo Costa Datemi una classica dura e solleverò il mio palmares. La legge di Tadej Pogacar si abbatte sul giro delle Fiandre, uno dei gioielli da collezione della bici: è la seconda volta che accade nelle ultime tre edizioni. Solito schema: con l’aumentare dei chilometri, lo sloveno prende a picconate i rivali e alla lunga li sgretola, arrivando da solo. E’ il settimo della storia a riuscirci in maglia iridata, adesso è anche quello che ha vinto più di tutti nelle corse monumentali in questo ciclismo (otto, aggiungendo al conto quattro Lombardia e due Liegi) e nei grandi giri (quattro, con tre Tour e un Giro). Una fame di vittorie che non sembra placarsi: domenica il Cannibale del terzo millennio metterà nel mirino la Roubaix, che affronterà per la prima volta.

"L’obiettivo era vincere, sono felice di esserci riuscito con questa maglia. Il piano è stato rispettato" - dice il marziano della bici, uscito dalla zona di confort a 56 chilometri dall’arrivo per martellare le energie del rivale Van der Poel, reduce da una banale caduta a metà strada, e del resto della nobile compagnia. Picchia uno, due, tre fino a otto volte sui muri in pavé, ecco che Pogacar ottiene ciò che vuole: togliersi ogni preoccupazione negli ultimi 18 chilometri, strategia che gli vale anche la media record della corsa. E’ il suo modo di rifarsi dopo la delusione alla Sanremo e di preparare l’assalto più intrigante, su ben altro tipo di sassi: "La Roubaix? E’ totalmente diversa, ma è una sfida che accetto con piacere. Il Fiandre è più adatto a me, ma con questa forma posso provare a vincere anche lì’, avverte l’iridato".

Sincero come ogni esame severo, il Fiandre premia il più forte e gli mette in scia il più aristocratico degli ordini d’arrivo: Pedersen e Van der Poel, i più accaniti nel provare a ostacolare Pogacar, completano un podio dove l’arcobaleno, passato e presente, è il degno sfondo. Niente medaglia invece per Van Aert, di nuovo in versione corsa, anche se la sua si rivela soprattutto una rincorsa. Onore al merito all’Italia, che recita da protagonista fino a quando il Divin sloveno non prende in mano i destini di giornata: con l’ottimo Ballerini e il coraggioso Trentin, gioca d’anticipo anche Ganna, entrando nella fuga che a un centinaio di chilometri dal traguardo suona la sveglia ai favoriti. Finisce tutto ai meno quaranta, sotto i colpi di Pogacar, ma a Superpippo - "Sono soddisfatto, anche se non avevo le gambe che avrei voluto" - basta e avanza per avere una conferma: alla Roubaix potrà giocarsela anche lui.

Ordine d’arrivo 109esimo giro delle Fiandre: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) km 269 in 5h 58’ 41’’ (media 44,981), 2) Pedersen (Dan) a 1’01’’, 3) Van der Poel (Ola) st, 4) Van Aert (Bel) st, 5) Stuyven (Bel) a 1’04’’, 8) Ganna a 2’19’’, 10) Ballerini st.

Ferita. Elisa Longo Borghini, caduta in gara, è ripartita ma a fine corsa è stata portata all’ospedale: è sotto osservazione per una commozione cerebrale senza versamenti.

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