Tour de France, i fenomeni sono già qui

Da Evenepoel a Roglic, da Vingegaard a Kwiatkowski: i campioni che puntano alla maglia gialla in Italia per studiare le tappe

di ANGELO COSTA -
24 marzo 2024
Tour de France, i fenomeni sono già qui

Tour de France, i fenomeni sono già qui

D’accordo i discorsi ufficiali, i numeri e i ricordi, i monumenti illuminati di giallo e le iniziative collaterali, le maglie celebrative e il trofeo itinerante Grand Depart, l’annuncio di ciò che è stato e di ciò che accadrà nei quasi cento giorni che ancora mancano alla storica partenza da Firenze e dall’Emilia Romagna.

Ma il Tour de France è anche, se non soprattutto, corridori: trattandosi della corsa di ciclismo più importante, i numeri uno. Silenziosamente quanto discretamente, anche loro stanno dando un tocco di giallo a quello che inevitabilmente è già un evento.

Chi sogna di conquistare un’edizione già storica (la prima che parte dall’Italia, la prima che si conclude lontano da Parigi) non ha perso tempo a provare i percorsi delle nostre tappe. Tra i più veloci Remco Evenepoel, visto a gennaio fra la Romagna e San Luca: curiosamente, il belga ha fissato il quartier generale a Castrocaro, poco distante da Cesena, dove un paio di anni fa in rosa lasciò il Giro causa covid, almeno così disse.

A seguire l’ex iridato Mikhal Kwiatkowski, che ha pedalato un giorno intero tra Ravenna e la Toscana, il vincitore delle ultime due edizioni Jonas Vingegaard, fresco di successo alla Tirreno, e il suo ex compagno Primoz Roglic, scortato da Nico Denz e da Jai Hindley, ex re del Giro.

In attesa che spunti anche Pogacar, che ancora non ha trovato tempo per le ricognizioni, è comunque il segnale di quel che accadrà fra fine giugno e inizio luglio: fossero state tappe poco impegnative o indifferenti per la classifica, tanta attenzione non ci sarebbe stata.

Di attenzione, intesa come cura dei dettagli, ne sta mettendo parecchia lo staff italiano che affianca quello del Tour: come filosofia di lavoro, si è subito adeguato ai francesi. Dalla Francia l’allestimento delle giornate italiane viene seguito con occhio quasi quotidiano: i contatti sono continui, le visite frequenti. Si è visto già tre volte da queste parti il direttore Christian Prudhomme, che a febbraio ha pure assistito alla gara d’apertura del calendario dilettantistico partita da piazzale Michelangelo a Firenze, si vedono di frequente i suoi tecnici: la prossima settimana caleranno di nuovo da Parigi per ricontrollare i percorsi, già passati al setaccio dai colleghi italiani, che dal primo giorno segnalano gli interventi da effettuare, come le strade da asfaltare e gli ostacoli da evitare (un passaggio a livello a rischio chiusura, l’ultimo).

E’ una marcia d’avvicinamento che procede in totale affiatamento verso un obiettivo unico: la perfetta riuscita dell’evento. "Ho vissuto la Grand Boucle da ciclista, poi da commentatore tv: conosco bene l’energia che questo evento sa generare fra le persone e la contagiosa atmosfera che l’accompagna", racconta Davide Cassani, che da presidente dell’Apt regionale vive un’esperienza diversa dalle due precedenti, ma non meno coinvolgente: anche in cabina di regìa uno come lui, che in Francia ha vestito la più amata delle maglie, quella a pois degli scalatori, quell’aria speciale è da mesi che la respira.

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