Tour de France, Pogacar non riesce a staccare gli altri. Turgis vince a sorpresa, mentre i big si marcano

Un polverone sollevato per nulla. Bellissima e affascinante come ci si attendeva, la tappa degli sterrati non cambia i...

di ANGELO COSTA -
8 luglio 2024
Turgis a sorpresa, mentre i big si marcano

Turgis a sorpresa, mentre i big si marcano

Un polverone sollevato per nulla. Bellissima e affascinante come ci si attendeva, la tappa degli sterrati non cambia i connotati al Tour: correre a ritmi folli sulla ghiaia (media finale sui 46 orari) non basta a cambiare la classifica. Finisce con un gigantesco pareggio fra i quattro primattori e forse ad andare al giorno di riposo con un pizzico d’amaro in bocca è proprio Tadej Pogacar: è quello che più di tutti si agita per seminare gli altri, senza riuscirci.

Spettacolo nello spettacolo, lo sloveno incanta per facilità di corsa: quando si muove, ha una leggerezza che camuffa bene la potenza della sua pedalata. Sulle strade bianche è come un pesce nella sua acqua: per quanto riconoscibilissimo in mezzo a tutta quella polvere con la sua maglia gialla, restargli dietro è un castigo. Ci prova una prima volta in discesa, molto lontano dal traguardo: allunga di qualche metro per vedere l’effetto che fa. Ci prova con ben altra cattiveria a una ventina di chilometri dal traguardo, due volte, nel quartultimo e nel terzultimo settore ghiaiato: per riprenderlo si tirano tutti il collo, ma non mollano. Degli sfidanti ufficiali, quello che tenta di imitare Pogacar è Evenepoel: a 77 dall’arrivo, il principino belga allunga il passo, ma dalla rapidità con cui lo sloveno lo riporta in gruppo intuisce che di lì in poi è meglio restare a cuccia. Gli altri lo capiscono ben prima: Roglic perché per più di metà tappa non fa che rincorrere, dopo essersi staccato tre volte su un terreno a lui indigesto, Vingegaard perché ai problemi che lo accompagnano aggiunge la difficoltà di dover correre con la bici del compagno Tratnik dopo che un guaio meccanico ha messo fuori uso la sua. Di tutti, comunque, il danese è quello che impressiona: nel difendersi, da solo o scortato da Jorgenson come nel finale, è esemplare.

Col gotha del Tour interessato alle proprie faccende, ne approfitta chi scappa: degli otto che se la giocano, il più scaltro alla fine è Anthony Turgis (nella foto), francese di trent’anni con piazzamenti nelle classiche. Con uno sprint perfetto fa evaporare i sogni di Pidcock, dopo che erano svaniti quelli di Stuyven, partito a 11 chilometri dal traguardo e ripreso all’ultimo.

Ordine d’arrivo 9ª tappa Troyes-Troyes: 1) Anthony Turgis (Fra, TotalEnergie) km 199 in 4h 19’43’’ (media 45,973), 2) Pidcock (Gbr) st, 3) Gee (Can), 4) Aranburu (Spa), 5) Healy (Irl), 24) Ciccone a 1’46’’, 37) Roglic (Slo) st, 44) Pogacar (Slo), 45) Evenepoel (Bel), 49) Vingegaard (Dan).

Classifica: 1) Tadej Pogacar (Slo, Uae) in 35h 42’42’’, 2) Evenepoel (Bel) a 33’’, 3) Vingegaard (Dan) a 1’15’’, 4) Roglic (Slo) a 1’36’’, 5) Ayuso (Spa) a 2’16’’, 6) Almeida (Por) a 2’17’’, 7) Rodriguez (Spa) a 2’31’’, 8) Landa (Spa) a 3’35’’, 9) Gee (Can) a 4’02’’, 10) Jorgenson (Usa) a 4’03’’, 14) Ciccone a 5’35’’.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su