Tour, la volata storica di Girmay a Torino. Carapaz in giallo: subito l’esame Galibier

Prima vittoria di un africano di colore alla Grande Boucle, leader è ora l’ecuadoriano a pari tempo con Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel

di ANGELO COSTA -
2 luglio 2024
Tour, la volata storica di Girmay a Torino. Carapaz in giallo: subito l’esame Galibier

Tour, la volata storica di Girmay a Torino. Carapaz in giallo: subito l’esame Galibier

Storico per la prima partenza dall’Italia, il Tour continua a scrivere pagine inedite. A Torino addirittura due: la prima vittoria di un africano nero, la prima maglia gialla di un ecuadoriano. Ad essere precursori sia Biniam Girmay che Richard Carapaz sono abituati: di traguardi consegnati direttamente dalla cronaca alla storia ne hanno già tagliati parecchi entrambi.

Precedenza a Girmay, l’uomo che non ti aspetti perché in uno sprint per velocisti puri avrebbe dovuto aiutare compagno Thijssen, più adatto di lui. E invece: perso per strada il belga, l’eritreo si mette in proprio e con un rimontone sulle transenne infila Pedersen, cavalleresco nel lasciargli la porta aperta. Già primo africano nero a vincere una classica (la Gand-Wevelgem 2022) e a imporsi al Giro (stesso anno, a Jesi, quando andò subito a casa dopo essersi sparato in un occhio il tappo dello spumante sul palco delle premiazioni), a 24 anni e alla seconda partecipazione Bini diventa anche il primo a imporsi al Tour, dove il suo team non aveva mai vinto.

"Mi sembra incredibile, è un grande giorno per me e per l’Africa: lo dedico al mio continente, alla mia famiglia, alla squadra. Non toccava a me, ma all’ultimo chilometro non ho più visto Thijssen e ci ho provato: sono riuscito a battere i più veloci al mondo…", singhiozza commosso Girmay, cresciuto nel centro svizzero della federazione mondiale e rivelatosi un vincente appena messo piede tra i pro. Felice lui, delusi i favoriti, da Philipsen privato dell’apripista Van der Poel per una foratura nel finale fino a Cavendish a caccia di record, tutti tagliati fuori da uno sprint dimezzato da una maxicaduta su un vialone a un paio di chilometri dal traguardo.

Festeggia Girmay, è giorno da brindisi anche per Carapaz, che vestendosi di giallo completa la sua collezione di maglie nei tre grandi giri e manda un messaggio alla sua federazione che ai Giochi gli ha preferito la prima rosa del Giro, Narvaez, pur essendo lui il campione olimpico in carica. Nella quadriglia in cima alla classifica, l’ecuadoriano è l’unico che vuole la maglia: mentre lui si sbatte per ottenere il piazzamento che serve per andare in vetta al Tour, i tre a pari tempo con lui (Pogacar, Evenepoel e Vingegaard in ordine di posizione) si sfilano con indifferenza. E con la stessa motivazione: partire da leader nel primo tappone vero, che da Pinerolo riporta la corsa in Francia e nel finale affronta il mitico Galibier, più che un onore può rivelarsi un onere.

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