Vince la crono solo per un secondo Ma deve abbandonare per il Covid

A Cesena Remco non domina come in Abruzzo, si riprende la leadership prima di dover lasciare. Ora comanda Thomas davanti a Roglic e Hart. Bene il nostro Caruso che resta a contatto dei migliori.

di ANGELO COSTA -
15 maggio 2023

di Angelo Costa

Il tempo di vincere la crono, rimettersi la maglia rosa e Remco Evenepoel se ne va a casa: il Giro dell’iridato si ferma a Cesena. A chiudere la sua corsa è il covid, che purtroppo continua a fare vittime, e pure illustri: dopo Ganna, tocca al belga e pure al colombiano Uran. In tutto il conto, dal giorno del via, sale a sei. E’ una doccia fredda per Evenepoel, gelata per un Giro che proprio sulle strade romagnole aveva appena disegnato una classifica stuzzicante, promettendo spettacolo verso le montagne: il belga di nuovo in rosa, quattro suoi sfidanti nello spazio di poco più di un minuto, col tandem britannico formato da Geraint Thomas, ora nuovo signore della corsa, e dal suo compagno Tao Geoghegan Hart, più Roglic e Almeida. Restano questi a giocarsela di qui in avanti, sperando che oggi la giornata di riposo non regali altre sorprese.

"Sono davvero dispiaciuto di lasciare il Giro. Come previsto dal protocollo del team, ho fatto un test di routine che purtroppo è risultato positivo. La mia esperienza qui è stata davvero speciale e non vedevo l’ora di gareggiare nelle prossime due settimane", le parole di Remco, che stamattina tornerà in Belgio. Finale amaro per Evenepoel, poche ore dopo aver vinto in Romagna la seconda crono, flagellata dal diluvio e transitata davanti a casa di Pantani. Previsto il suo successo, un po’ meno che i suoi rivali gli arrivassero così vicini: Thomas non ha fatto centro per meno di un secondo, il suo compare Tao per quasi due. Segnale forte dai gemelli diversi della Ineos, calati in Italia con l’idea di vincere di squadra. Pian piano stanno provando a realizzarla: a Cesena già si è intravista la forma del progetto, perché lo squadrone inglese ne ha piazzati altri tre nei primi diciassette, e adesso ne ha cinque nei primi tredici in classifica, a dimostrazione che ad andar forte sono tutti. Da una cronometro strettissima (i primi quattro in altrettanti secondi), dove Roglic è stato bravo a contenere il distacco in meno di venti secondi pur non brillando per stile, non era comunque uscito soddisfatto Evenepoel. "Ho vinto, ma non è stata la mia miglior crono: speravo di guadagnar di più. Ora inizia un altro Giro", aveva detto, prima di rimetter la veste rosa e raggiungere moglie e familiari, sperando di andare incontro a un veloce festeggiamento e non al tampone che invece ha chiuso qui la sua corsa. Certo, domani inizia un altro Giro, con Thomas in rosa, Geoghegan a guardargli le spalle, Roglic e Almeida. E magari con chi non è uscito con le ossa rotte da questa domenica, come il russo invisibile Vlasov e pure il nostro Caruso, che in una crono orfana di Ganna tiene alto l’onore italiano. Tiene anche alta la sua classifica, dopo aver digerito bene le due crono e non aver sofferto guai nelle altre tappe: col profilarsi all’orizzonte delle montagne e dei tapponi veri, il siculo può solo migliorare.

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