Vuelta di Spagna. Roglic, il poker della volontà: Red Bull fa già festa nelle due ruote
Stavolta in Spagna vince il toro, rosso per la precisione: appena entrata nel ciclismo, la Red Bull centra il primo...
Stavolta in Spagna vince il toro, rosso per la precisione: appena entrata nel ciclismo, la Red Bull centra il primo successo pesante. Lo fa col suo uomo di punta, Primoz Roglic (nella foto), ormai abituato ai trionfi sulle strade iberiche: per lui è la quarta Vuelta, dopo le tre raccolte in fila. Così anche la Slovenia festeggia l’en plein: quest’anno i grandi giri li ha vinti tutti, due con Pogacar (Giro e Tour) e questo con l’ex saltatore con gli sci. Per Roglic, prossimo ai 35 anni, non è stato un successo facile nè previsto. Se l’è sudato fino all’ultimo, rimontando cinque minuti all’australiano O’ Connor rimasto al comando per quasi due settimane, oltre a vincere tre tappe. Di rincorsa si è presentato anche alla Vuelta: uscito malconcio dal Tour, con una vertebra malmessa dopo una caduta, ha sfruttato conoscenza della corsa e una squadra tosta che prima l’ha portato in vetta, poi gli ha regalato il brivido di un’epidemia gastrointestinale nel weekend conclusivo. In assenza degli altri tre fenomeni (Pogacar, Vingegaard e Evenepoel, vicino a raggiungerlo alla Red Bull) lo sloveno era il più forte: averlo dimostrato è un merito. Con Roglic, secondo nella crono finale vinta dallo svizzero Kung con Cattaneo terzo e Baroncini quarto, sul podio ci sono O’Connor e Mas. Smarrita è ancora l’Italia, che chiude senza vittorie di tappa: unico nei venti Fortunato, sedicesimo a 40 minuti da Roglic.
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