Wiggins, la rinascita dopo la bancarotta. "Oggi va meglio"
Il britannico si racconta ai microfoni di CyclingNews, rivelando anche l'aiuto prezioso di Armstrong: "Io, lui e Ullrich siamo cresciuti senza padre. Grazie a Lance sono ancora qui"

Bradley Wiggins (Ansa)
Roma, 18 marzo 2025 – The rise and fall, andata e ritorno: per mutuare un'espressione delle sue zone, Bradley Wiggins e la sua stella negli ultimi anni hanno vissuto diverse parabole diametralmente opposte prima delle rincuoranti ultimissime notizie fornite proprio dal diretto interessato.
La crisi e la rinascita di Wiggins (e l'aiuto di Armstrong)
Dal Tour de France vinto nel 2012, oltre ai tanti allori specialmente su pista, al dissesto economico che aveva portato alla bancarotta a causa di un debito di oltre 2 milioni di sterline: l'ex corridore se l'è vista brutta ma, come dichiarato ai microfoni di CyclingNews, il peggio sembra essere alle spalle. Prima però tocca rievocare l'origine dei mali. "Rimpiango di non aver prestato attenzione ai miei affari mentre correvo. Accade spesso agli atleti: guadagni molto e se non sei oculato altre persone se ne approfittano. Io venivo derubato a destra e a manca da vari individui che in teoria dovevano prendersi cura di me e delle mie finanze". Wiggins sembra così scagionare se stesso da quanto accaduto negli anni scorsi. "Questa situazione è stata fatta ai miei danni. Otto mesi dopo, tutto è cambiato. Le persone giudicate responsabili stanno pagando un prezzo molto alto per quello che hanno fatto. Fortunatamente sono in un buon momento: ora va tutto bene". Dunque, a quanto pare, giustizia è stata fatta e per il britannico, dopo una brutta tempesta, si intravede l'arcobaleno anche grazie alla mano amica che il mondo del ciclismo, quello nel quale il suo nome è ormai bandito e cancellato in ogni senso possibile, non si aspetta. "Quella resta una ferita aperta nel ciclismo, ma per quanto riguarda le mie, la mia presenza in questa vita, il mio essere qui, Lance Armstrong è stato di grande aiuto. Ha fatto la stessa cosa per Jan Ullrich: noi tre siamo cresciuti senza padre".
Il calvario di Kudus
C'è il lieto fine anche per Merhawi Kudus, il cui inizio di 2025 è stato a dir poco da brividi: per l'eritreo una bruttissima caduta occorsa al GP La Marsellaise 2025 con annesse fratture di diversi archi costali, vertebre lombardi e osso sacro, oltre a una contusione polmonare con emopneumotorace. La prima parte di ricovero, dalla durata di una settimana, è avvenuto proprio a Marsiglia: poi il trasferimento a Burgos, per ben 4 settimane di supervisione. Poi, finalmente, la notizia più bella: le dimissioni, in attesa che gli ultimi controlli possano dare il via libera per il ritorno in patria con la famiglia. Per il corridore della Burgos-Burpellet-BH il rientro in corsa si preannuncia comunque non vicino: da valutare c'è una situazione medica, seppur alle spalle, comunque complessa, oltre alla voglia della propria squadra di non aggiungere pressione a un atleta che avrebbe potuto accusare conseguenze anche peggiori.
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