Il calvario di Uijtdebroeks: "I dolori dell'anno scorso sono tornati"
Per il belga un epilogo amarissimo alla Tirreno-Adriatico 2025: naufragio sulla salita di Frontignano e lacrime. "Pensavo di aver risolto tutto e invece non è così"

Cian Uijtdebroeks (Ansa)
Roma, 17 marzo 2025 - Un inverno trascorso a lavorare su un problema fisico che ha di fatto limitato l'intera scorsa stagione, l'illusione di aver risolto tutto e poi la triste consapevolezza che invece la realtà non è così: è quanto accaduto a Cian Uijtdebroeks e svelato dal diretto interessato, tra le lacrime, a margine della Tirreno-Adriatico 2025.
Il calvario di Uijtdebroeks
Mentre il quasi coetaneo Juan Ayuso metteva le mani sul Tridente messo in palio per la maglia azzurra a San Benedetto del Tronto, il belga si leccava le ferite, prendendo consapevolezza di essere ripiombato nei problemi che hanno condizionato il suo 2024, con annessi ritiri prima al Giro d'Italia e poi alla Vuelta. "Ho dovuto affrontare gli stessi sintomi dell'anno scorso. La mia frequenza cardiaca era a 150, ma non andavo avanti e avevo di nuovo quella sensazione di intorpidimento alle gambe. Sto rivivendo esattamente quello che mi è successo nel 2024 ed è uno schifo. Pensavo di essermene liberato e invece ora dobbiamo ricominciare a cercare una soluzione". Queste le durissime parole del corridore della Visma-Lease a Bike concesse ai microfoni di Sporza subito dopo il naufragio sulla salita di Frontignano, quella che di fatto ha plasmato la classifica generale finale della Corsa dei Due Mari se si eccettua il sorpasso avvenuto nell'ultima tappa da parte di Filippo Ganna ai danni del secondo posto di Antonio Tiberi. Mentre i due italiani hanno lasciato la Tirreno-Adriatico 2025 con ottime sensazioni, per Uijtdebroeks si è trattato di un revival di quanto già accaduto l'anno scorso, a quanto pare da ricollegare alla schiena e un errato posizionamento della stessa in bici che andava a inficiare i nervi delle gambe. Tutto sembrava risolto prima del brusco risveglio di Frontignano. "Il dolore era presente fin dai primi metri della salita. Mi sentivo esattamente come l'anno scorso, spento, e non riuscivo ad andare avanti": queste le parole, tra le lacrime, del classe 2003, che a livello giovanile aveva impressionato vincendo tanto, compreso il Tour de l'Avenir 2022. Poi il burrascoso passaggio, all'alba della scorsa stagione, dall'allora Bora-Hansgrohe alla Visma-Lease a Bike, preceduto da presunti veleni in seno alla sua vecchia squadra nel corso della Vuelta 2023, chiusa all'ottavo posto.
La grande paura di Skjelmose
Intanto, quasi in contemporanea alla Parigi-Nizza 2025 si consumava la grande paura di Mattias Skjelmose, caduto da terzo in classifica generale per colpa di uno spartitraffico: tanta paura, ma zero fratture e il peggio evitato grazie al casco, come commentato proprio dal corridore della Lidl-Trek sul proprio profilo Instagram. "Il sogno di vincere mi è stato tolto all'improvviso. Ho preso botte al ginocchio destro, anca e schiena e mi hanno ricucito il gomito. Questo sport sa essere spietato perché tutto può cambiare in un secondo e in questi momenti bisogna ricordarsi che superare tutto è già una vittoria. A volte si cade e bisogna sapersi rialzare, provando a guardare sempre avanti".
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