Napoli, il mezzogiorno non è mai di fuoco. E il sogno scudetto si allontana

Dopo le sconfitte con Atalanta e Como, alle 12.30 arriva la frenata di Venezia che, visto il successo dell'Inter a Bergamo, significa -3 dal primo posto prima di una sosta lunga e pesante a Fuorigrotta

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
17 marzo 2025
Lukaku in azione contro il Venezia (Ansa)

Lukaku in azione contro il Venezia (Ansa)

Napoli, 17 marzo 2025 - Bivio scudetto doveva essere e bivio scudetto (forse) è stato, ma nella direzione opposta a quella ipotizzata dai più: la 29esima giornata di Serie A segna un primo strappo in classifica nel giorno in cui il Napoli faceva visita al Venezia penultimo e l'Inter era ospitata dall'Atalanta, a sua volta non lontana dalla vetta. Complice lo scontro durissimo tra le due nerazzurre nel mai banale teatro del Gewiss Stadium e il precedente match sulla carta meno ostico dei partenopei al Penzo, tutto lasciava presagire un sorpasso dei ragazzi di Antonio Conte in testa alla graduatoria. Invece i colpi di scena non mancano e il primo, il più clamoroso, si consuma a ora di pranzo: Napoli fermato dallo 0-0 da un Venezia che soffre, sì, ma legittima il punto strappato, forse inutile ai fini di un salvezza comunque complicata, anche con qualche coraggiosa sortita offensiva.  

Tabù lunch match

In un caso serve la sagoma sulla linea di Amir Rrahmani, che poi chiuderà il match con un acciacco fisico all'apparenza non preoccupante, e in un altro i pugni saldi di Alex Meret affinché gli azzurri evitino una punizione troppo severa, specialmente per quanto profuso in un primo tempo dominato ma senza riuscire a graffiare. E non è esattamente una novità in stagione. Lo stesso match di andata era stato a lungo un rebus di difficile soluzione, nonostante la cornice amica del Maradona: Romelu Lukaku fallì un rigore ma Giacomo Raspadori, quasi all'ultimo respiro, risolse la contesa con un guizzo solo sfiorato ieri ma risputato in campo dall'interno del palo. Stavolta neanche il nuovo tandem offensivo varato nel contesto del 3-5-2 ha potuto spezzare l'incantesimo delle partite delle 12.30: a referto finora in stagione le sconfitte contro Atalanta e Como, la vittoria tirata, brutta e fortunata di Empoli, e appunto lo 0-0 imposto dal Venezia e, in generale, 1 vittoria negli ultimi 7 match. L'ora di pranzo è dunque indigesta per il Napoli e di traverso rischia di andarci l'intera lotta scudetto, che vede andare in scena il primo vero allungo dell'Inter, che a distanza ringrazia Ionut Radu. Il portiere romeno para di tutto agli azzurri e, a distanza di quasi 3 anni, riscatta in parte la topica di Bologna che consegnò di fatto una bella fetta di scudetto al Milan. Insomma, quando comincia a sentirsi aria di tricolore, Radu toglie e Radu dà, imitato bene dall'altro lato dal solito Meret, che protegge lo 0-0 ma non previene la rabbia di Conte per quel contropiede finale che, con il senno del poi e di quello che sarebbe accaduto in serata a Bergamo, avrebbe davvero quasi chiuso i giochi. Invece, il Napoli resta in contatto almeno visivo con la capolista, ma l'eventuale contraccolpo psicologico per una domenica che secondo i piani e i pronostici avrebbe dovuto avere ben altro esito rischia di pesare ben più dei 3 punti di distacco indicati dalla classifica oggi, all'inizio di una sosta che a questo punto potrebbe essere arrivata al momento giusto. L'Inter frena un po' la propria inerzia positiva, pur a sua volta rifiatando in vista anche della Champions League, e gli azzurri possono così leccarsi le ferite e riflettere su tutto ciò che non sta funzionando negli ultimi tempi, ben al di là degli alibi generici concessi un po' a tutte le squadre a questo punto della stagione.

Una sosta lunga e pesante

Restando in casa Napoli, la sfilza di infortuni che ha appesantito l'aria a Fuorigrotta anche a fronte di vittorie e dell'allora primato in classifica è innegabile, così come lo è un forte calo fisico che curiosamente è arrivato proprio mentre le rivali erano impegnate nelle competizioni europee: difficile, dunque, capire se nel lungo termine la settimana piena di lavoro sia di aiuto o se rischi invece di abbassare la soglia dell'attenzione e della carica, oltre a non prevenire i problemi muscolari che forse affondano le loro radici nel massivo lavoro svolto nei ritiri estivi. Proprio tra Dimaro e Castel di Sangro, forse in previsione delle future difficoltà e nel tentativo di provare a trasformarle in opportunità, Conte aveva cominciato a plasmare un Napoli capace di cambiare abito tattico anche nel corso della stessa partita. Anche al Penzo gli azzurri nella ripresa entrano nel camerino per passare dal 3-5-2 al 4-3-3 sotto la spinta delle sostituzioni scelte dal tecnico salentino, per qualcuno forse troppo tardive. Noah Okafor si piazza a sinistra e Matteo Politano sale a destra dopo aver già svolto le mansioni da quinto nei precedenti 75' di gioco: al centro del 'nuovo' tridente si issa Giovanni Simeone, che in pieno recupero da zero metri manda sopra la traversa un interessante cross proprio dell'ex Milan. Per il Cholito, noto per essere un attaccante capace di ottimizzare al massimo la resa tra minuti disputati in campo e gol segnati, arriva il secondo errore da matita blu dopo quello della scorsa settimana, quando fu ipnotizzato a tu per tu con David De Gea dopo una fuga solitaria. Quel giorno lo spreco fu ininfluente ai fini del risultato, una vittoria contro la Fiorentina utile a chiudere la striscia senza successi che è di fatto costata prima la possibile fuga in avanti e poi proprio la vetta della classifica: ieri invece la zampata alta di Simeone, unita a tutto quanto accaduto prima nella Laguna, ha presentato un dazio pesante nell'economia della graduatoria, ma anche di due settimane che si prospettano pesantissime prima di sfidare, nell'ordine, il Milan al Maradona e il Bologna al Dall'Ara. Dopo queste due sfide molto ostiche, il Napoli sarà atteso da un calendario sulla carta tutto in discesa. Già, sulla carta: quello stesso materiale secondo il quale il fatturato, tra Como e Venezia, avrebbe dovuto essere di 6 punti e che invece si è rivelato di appena 1 lunghezza, per una doppia lezione severissima che rischia di aver allontanato di non poco il sogno scudetto.

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