Ferrari, luglio decisivo per la vera rinascita
Leo
Turrini
Chissà, forse non si tratta di una illusione. In Canada, sulla lista dedicata al leggendario Gilles Villeneuve, la Ferrari ha ridato un vago senso alle sue speranze. Beninteso, nulla di trascendentale. Verstappen continua ad essere un puntino lontano lontano, da…ammirare col binocolo. La Aston Martin e la Mercedes hanno comunque occupato il resto del podio. Ma, se non altro, Leclerc e Sainz sono stati dignitosamente competitivi.
In breve: eppur si muove! Per la prima volta nell’arco della stagione, la Rossa ha dato uno straccio di risposta al tormentoso interrogativo: perché Diavolo sulla SF23 le gomme non durano, non rendono, insomma vanno in pappa prestissimo?
Scopriremo in fretta se e quanto l’anomalo tracciato di Montreal abbia aiutato gli ingegneri del Cavallino. Ieri le risposte sono state incoraggianti e sono state azzeccate pure le scelte strategiche. Dovrebbe essere la norma, però. Mica l’eccezione.
La voglia di credere in un progresso reale e non episodico, del resto, è tantissima: anche perché, come mi capita di scrivere spesso, la Ferrari è un sentimento.
Sembra uno slogan, invece è il cuore di una leggenda, è la radice viva del mito. Lo stesso impatto avuto dal recentissimo trionfo di Le Mans sta lì ad indicare il valore simbolico di una azienda che non può essere soltanto un titolo quotato in Borsa, perbacco.
Sia come sia, luglio sarà un mese decisivo. In trenta giorni sono in calendario ben quattro Gran Premi. Sulle piste della tradizione, in Europa.
Il decoroso risultato di Montreal aiuterà Fred Vasseur, il curato di campagna francese, anche a suturare le ferite del rapporto con Leclerc. Il sabato canadese, con dichiarazioni aspre poi corrette, non è stato un bello spettacolo.
Alla gente che la ama interessa una Ferrari unita, sorretta dall’impegno comune per tornare dove la Scuderia sempre dovrebbe stare al vertice.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su