F1, "Leclerc e Ferrari più vicini alla Red Bull. Charles deve crescere, poi arriverà Lewis"

Ivan Capelli fa le carte al mondiale che inizia sabato in Bahrain: "Newey ha rivoluzionato ancora la macchina vincente"

di DALL’INVIATO GABRIELE TASSI -
27 febbraio 2024
Max Verstappen e Charles Leclerc

Max Verstappen e Charles Leclerc

Vignate (Milano), 27 febbraio 2024 – Adrian Newey l’ha fatto di nuovo: "Ha preso un foglio bianco e ha riscritto gli equilibri di una macchina vincente". Ivan Capelli, ex pilota, uomo Sky, fa le carte alla nuova stagione della Formula 1, con un Verstappen quasi capace di nascondersi nei test in Bahrain. Una stagione in cui però la Ferrari pare aver fatto "un passo in avanti" mentre è ai semafori di partenza un’annata da separati in casa con Hamilton in arrivo e Sainz in partenza.

Capelli, siamo sinceri, Red Bull è ancora la scuderia da battere?

"Hanno stravolto un progetto vincente, dimostrando consapevolezza della loro forza. Solitamente si dice ‘squadra che vince non si cambia’. Newey ha riscritto letteralmente gli equilibri aerodinamici dell’auto. E’ come se avesse dato un colpo di spugna a tutto ciò che sulla Red Bull si pensava. Ha fatto diventare vecchie le altre macchine in un momento".

Auto che un po’ avevano copiato la formula vincente di Red Bull.

"Credo che a tutti, nei primi giri dei test, sia passata una goccia gelida di sudore sulla tempia".

Restando sotto il segno del Toro, il caso Horner che squilibri potrebbe portare?

"E’ l’unico punto di rottura, l’unico aspetto a favore delle altre squadre. Perché se dovesse veramente scoppiare il caso e si arrivasse all’allontanamento di Horner si andrebbe a inclinare quell’equilibrio perfetto che c’è nel team. Senza dimenticare che Chris è capofila nel progetto delle power unit".

La Ferrari nei test è sembrata veloce, possiamo aspettarci qualcosa di più?

"Sì, credo che il passo avanti della Rossa ci sia stato: si sono avvicinati e hanno dimostrato di avere meno problemi con l’usura dei pneumatici. Anche loro si sono ispirati alla Red Bull, ma l’auto ha una propria identità. Da smarcare ora c’è un grosso problema: bisognerà arrivare a sviluppare l’auto dell’anno prossimo da metà stagione in poi. Ciò che è stato un po’ il limite fino a questo momento".

Per Hamilton e Sainz sarà anno da separati in casa?

"Credo che Sainz non avrà troppa voglia di lavorare per la squadra, ma lo farà soprattutto per se stesso. E’ comunque un professionista e c’è una squadra che lo paga. Ma potrebbe essere per lui anche un’occasione: potrà mettersi in luce e far vedere che è competitivo. A questo punto Leclerc deve consolidare la sua posizione nella squadra perché arriva un personaggio ingombrante. Paradossalmente dovrebbe trionfare quest’anno per mettersi alla pari".

In tanti siamo cresciuti con le sue telecronache dagli anni Novanta. La F1 secondo lei ha perso spettacolarità?

"Sono cicli che ci sono sempre stati. Noi abbiamo la possibilità di fare un paragone con ciò che è stato, e ci rendiamo conto di quanto è cambiata, per esempio che si è persa un po’ quella romantica empatia da parte dei piloti. Ma i ragazzi che arrivano oggi ad affacciarsi allo sport si appassionano comunque".

E le regole?

"Con le regole si è sempre andati verso una sorta di ‘castrazione della fantasia’. Arrivati a questo punto diventa difficile per i piloti inventare qualcosa: sali in macchina, guidi, ma devi stare nei tuoi limiti".

Quindi conta meno il pilota?

"Diciamo che si è avvicinata la finestra fra il grandissimo campione e chi insegue. Con la telemetria si può esaminare la guida del compagno, capire cosa fa e avvicinarsi. E poi qui mi contraddico, c’è Verstappen a dimostrare che comunque la differenza il pilota la fa. Ha in mano l’equilibrio fra macchina, gestione delle gomme e velocità. Max soprattutto è bravo anche a gestire la concentrazione sulle 24 gare".

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