Lewis e la Rossa, è subito amore. Hamilton ha stregato la Ferrari

In tre giorni è entrato nel cuore dei tifosi e ha voluto conoscere tutto il team: 11 milioni di clic per la sua foto

di LEO TURRINI
24 gennaio 2025
La statuina di Lewis Hamilton in tuta della Ferrari. a San Gregorio Armeno

La statuina di Lewis Hamilton in tuta della Ferrari. a San Gregorio Armeno

Il Grande Seduttore ha colpito ancora. Con la complicità occulta di Elon Musk: l’immagine di Lewis Hamilton in tuta Ferrari, postata su X, l’ex Twitter, ha avuto più di undici (11) milioni di visualizzazioni. Un record, soprattutto per la Formula Uno. Con ovvi benefici per la Scuderia e per gli sponsor che hanno deciso di investire sul Cavallino da Gran Premio. In breve. L’operazione marketing è perfettamente nonché clamorosamente riuscita. Dopo di che…

Le richieste. Dopo di che, appunto, voglio essere molto chiaro al cospetto dei miei quattro lettori. Hamilton sta alla F1 come LeBron James sta al basket NBA, ha lo stesso carisma che Tom Brady aveva nel football americano o Federer sui campi da tennis. La Ferrari ha fatto e fa benissimo a sfruttare l’enorme appeal del Campione: ma tutto questo vale fino ad un certo punto. A determinare il successo vero della operazione, saranno i risultati. Quindi a me interessa di più il dialogo che Lewis ha immediatamente avviato con gli ingegneri. Esempio: nell’arco della sua gloriosa carriera, tra McLaren e Mercedes ha guidato esclusivamente monoposto spinte dai motori di Stoccarda. Che non sono identici a quelli di Maranello: non a caso il sette volte iridato ha fatto molte domande sulle caratteristiche della power unit del Cavallino. E ha anche ottenuto immediate modifiche alla pulsantiera del volante. Sembrano dettagli, anzi certamente lo sono, eppure testimoniano lo scrupolo di un driver che non intende limitarsi ad esercitare il ruolo di…influencer.

Lo staff. C’è poi il discorso relativo alle figure che saranno a più stretto contatto con Lewis. Il rapporto con Fred Vasseur non sarà mai un problema: i due si conoscono da quando Hamilton gareggiava nelle categorie minori con il manager francese come team principal. Stessa cosa con Jerome D’Ambrosio, vice del curato di campagna transalpino, appena arrivato dalla Mercedes. Idem con il direttore tecnico Serra, pure lui proveniente dalla casa tedesca.

L’influencer, pardon Hamilton, dovrà invece consolidare la relazione con il suo nuovo ingegnere di pista, quel Riccardo Adami che ha già lavorato a Maranello con Vettel e con Sainz. In vent’anni di Formula Uno, il britannico ha avuto solo due ingegneri di pista. Phil Prew della McLaren e Bonnington alla Mercedes.

In coppia. Quanto alla partnership con Leclerc, qui di nuovo si suggerisce di usare molle e pinze. Carletto non è uno stupido. Immaginava che lo sbarco del Grande Seduttore in Emilia sarebbe stato accompagnato da un coro di osanna. Ma il monegasco è intimamente convinto di essere più veloce di Lewis.

Consiglio a tutti di allacciare le cinture.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su