Ungheria, le pagelle di Leo Turrini: voto 10 a Antonelli e Piastri

L’italiano firma una meravigliosa vittoria in F2 nella domenica ungherese. Rimonta alla maniera di Mansell nel 1989 e già il paragone è clamorosamente eccitante. L’australiano è un talento, sta reggendo la coabitazione con un tipetto scomodo come Norris. È destinato ad un grande avvenire

21 luglio 2024
Oscar Piastri celebra la vittoria (foto Ansa)

Oscar Piastri celebra la vittoria (foto Ansa)

Le pagelle di Leo Turrini del Gp d’Ungheria

10 ANTONELLI. Firma una meravigliosa vittoria in F2 nella domenica ungherese. Rimonta alla maniera di Mansell nel 1989 e già il paragone è clamorosamente eccitante. Si vede che questo giovanissimo bolognese ha preso sul serio la promessa di Toto Wolff di offrirgli il volante di Lewis Hamilton. Vedremo, di sicuro Kimi ha il nome giusto per regalare grandi emozioni!

10 PIASTRI. Aveva già vinto una Sprint Race ma un Gp è un’altra cosa. I pasticci McLaren trasformano il successo in un verdetto a tavolino ma lui non c’entra. Questo australiano è un talento, sta reggendo la coabitazione con un tipetto scomodo come Norris. È destinato ad un grande avvenire.

9 STELLA. Il team principal italiano della McLaren si gode una storica doppietta nonostante le convulsioni al muretto. Il suo team scavalca la Ferrari nel mondiale costruttori e se le cose in casa Red Bull continuano così potrebbero aprirsi prospettive iridate per la scuderia che fu di Senna e Prost.

9 NORRIS. Obbedisce ad un ordine (legittimo) della squadra, sia pure a malincuore. Ma era davanti perché Piastri era stato penalizzato dal team in sede di pit stop. Comunque nella graduatoria piloti Lando si sta avvicinando ad un certo Verstappen…

8 HAMILTON. Tanto di cappello. Stavolta non ha una Mercedes che gli permetta di lottare per il primo posto, ma il Leone ha ritrovato il piacere del ruggito. Splendida la difesa su Super Max, meritato il podio numero 200 in carriera.

7 LECLERC. Toh, chi si rivede! Esce dal tunnel della malinconia con una prestazione bella tosta. Parte bene, non commette errori ma questa Ferrari non è macchina da podio e lui è costretto ad accontentarsi di un piazzamento decoroso ma non esaltante.

6 VASSEUR. Si prende un brodino, il manager francese. Almeno la Ferrari evita di sprofondare tra le curve dell’Hungaroring. Meglio che niente ma brucia il sorpasso McLaren nella classifica costruttori. Non è la Rossa sognata dai tifosi.

6 SAINZ. Al via si smarrisce e dopo si limita a gestire l’ordinaria amministrazione. Impossibile muovergli rimproveri, nella sua condizione psicologica sta dando quello che ha ad una Ferrari che proprio non riesce a decollare.

5 HORNER. Lui continua a ripetere che in casa Red Bull non c’è problema, che tutto va bene madama la marchesa. Ma da quando Adrian Newey ha annunciato l’addio, i Bibitari hanno perso la supremazia che avevano. E il nervosismo di Verstappen è un gran brutto segnale.

5 ALONSO. Sempre più anonimo. Il vecchio zio asturiano sembra rassegnato ad aspettare la Aston Martin 2025 disegnata dall’ex ferrarista Cardile. Fernando va più piano di Stroll e non è la prima volta che succede.

4 VERSTAPPEN. Il peggiore è già questa è una notizia. Via radio si becca in continuazione con i suoi ingegneri: pare davvero avere in testa il trasferimento alla Mercedes. Nel contatto con Hamilton si prende un rischio eccessivo e butta via il possibile podio. Sta governando male la flessione Red Bull e con questa McLaren arrembante gli conviene stare molto, molto attento….

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