F1, Perez: "Da Miami in poi il mio declino. Ho assunto un mental coach"

Il pilota messicano della Red Bull, messo in ombra da Max Verstappen, ha analizzato e raccontato le difficoltà vissute finora in questo mondiale

di GABRIELE SINI -
27 settembre 2023
Sergio Perez (Ansa)

Sergio Perez (Ansa)

Roma, 27 settembre 2023 – In una stagionale trionfale, la Red Bull ha già portato a casa il titolo mondiale del campionato costruttori. Di fronte a un risultato di questo tipo, coronato con così tanto anticipo rispetto alla conclusione della stagione, verrebbe da pensare che tutto sia andato liscio come l'olio per il team di Milton Keynes. In realtà, a trascinare la scuderia anglo-austriaca è stato perlopiù Max Verstappen, che si avvia a conquistare il suo terzo titolo iridato. Il compagno di squadra Sergio Perez, al contrario, ha vissuto una stagione molto complessa, che ha analizzato in una recente intervista.

Perez e l'aiuto psicologico

Non è tutto oro ciò che luccica. La stagione di Sergio Perez, pur vissuta al volante di una dominante RB19, non ha rispettato le aspettative. Il pilota messicano ha analizzato così l'andamento del suo 2023 fino ad ora: "Quando è iniziata la stagione, la macchina mi si adattava perfettamente, ma le auto si evolvono durante l’anno. Dopo l'appuntamento di Miami, per me è cominciato il declino. Mi sono trovato a guidare un’altra macchina, che non mi si addiceva molto. Poi non sono riuscito a entrare in Q3 in alcune occasioni e questo ha influito molto sulla mia fiducia e mi ha fatto guidare molto più lentamente. È stato molto difficile, perché quando guidi per un top team la pressione sulle prestazioni aumenta rapidamente".

Vittima di queste difficoltà, Checo ha deciso di affidarsi ad un mental coach: "Quando si vive un momento così difficile al lavoro, è difficile essere allegri a casa con moglie e figli. Per questo ho assunto un mental coach, perché la mia famiglia merita di avere un padre allegro a casa. Insieme al mio allenatore, ho lavorato per diventare la migliore versione di me stesso a casa, ma anche in pista come pilota". Il messicano ha poi dichiarato, in maniera sibillina, come alla Red Bull si tenda ad avere un metodo di lavoro più incentrato su Max Verstappen che su entrambi i piloti del team: "Sono grato alla Red Bull per avermi dato l’opportunità di guidare per un top team. Bisogna anche ricordarsi che io sono un pilota che non proviene dal loro stesso programma giovanile. Sarebbe fantastico se potessi concludere la mia carriera qui, ma essere un pilota di questa squadra non è facile. La Red Bull lavora in modo diverso dalla maggior parte dei team, ma è anche per questo che hanno tanto successo".

L'opinione di papà Perez

A tenere banco, dunque, è la mentalità Verstappen-centrica che vige in Red Bull. A parlare di ciò è stato anche il padre di Sergio Perez, Antonio, che ai colleghi messicani di "Esto" ha spoegato le prestazioni del figlio: "Verstappen vuole tutto il grip della vettura all’anteriore e la Red Bull ha seguito questa strada, mentre Sergio vorrebbe l’opposto, ovvero un posteriore molto più stabile. Checo continua a combattere e in questo momento si trova nella posizione per la quale è stato preso in Red Bull, ovvero il secondo posto". Allo stesso modo, però, Antonio Perez pensa che sia corretto andare avanti per questa strada, piuttosto che cercare un'avventura in un altro team: "In Red Bull è secondo, in un altro team sarebbe quarto o sesto. Ci può essere un solo campione e Sergio deve accettare e rispettare questa situazione. Tutto ruota attorno al fatto che il campione designato della Red Bull è Verstappen".

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