Sfida tra auto autonome a Monza: il futuro delle corse senza pilota
Le auto autonome di PoliMove sfidano i limiti a Monza, puntando a competere con la Formula 1 grazie all'intelligenza artificiale.

Sergio Savaresi, professore del Politecnico e team principal della scuderia PoliMove
"Il pilota fa ancora la differenza, al momento l’intelligenza artificiale non è a quel livello, ma ci stiamo lavorando. Il sogno è di riuscire a competere alla pari, tra qualche anno". Sergio Savaresi, professore del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria al Politecnico di Milano, è il ’team principal’ di PoliMove, la scuderia che corre nella Indy Autonomous Challenge. Gare da fantascienza. Monoposto senza pilota. Che a Monza arrivano a toccare anche i 290 chilometri orari. Ancora lontani dai tempi delle Formula 1, ma "un giorno, chissà...". Le auto sono le AV-24, costruite su telaio Dallara.
"Difficile fare un paragone con la F1 a Monza, ma alla Abu Dhabi Autonomous Racing League, su monoposto tipo Super Formula, le auto che più si avvicinano alle F1, noi abbiamo girato in 1’57.8, mentre un pilota in 1’45 – la telemetria di Savaresi –. Riteniamo sia fattibile migliorare ancora, per poi arrivare, in un paio d’anni, a girare solo un 1% più lenti rispetto a un pilota". E non esclude nemmeno, nell’arco dei prossimi 10 anni, che "alcune competizioni possano arrivare a prevedere per un team un pilota umano e uno robot". Intanto ci si prepara alla prossima sfida a Monza. A giugno, in occasione del Milano Monza Motor Show.
Arriveranno i team universitari di tutto il mondo. Sicuramente "ci sfideremo sul time attack, ma se avremo abbastanza giorni all’autodromo di Monza per i test, si potrebbe pensare anche di fare un vero Gran premio, con più monoposto senza pilota contemporaneamente in pista". La decisione sarà presa nelle prossime settimane. Una sfida che alza ancora di più l’asticella per monoposto in cui l’abitacolo è riempito dai computer. Tutta la macchina è equipaggiata di sensori: antenne Gps, sensori di velocità sulle ruote, un sensore per l’angolo di sterzo e ancora un radar, sensori laser per la scansione dell’ambiente attorno alla macchina e altre 6 telecamere. Nell’attesa del Gp dei piloti-robot, Savaresi e il suo team si preparano a seguire i piloti veri. "Tifare Ferrari è facile, da buon italiano. Tra Hamilton e Leclerc? Dico solo che sarà una bella sfida".
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