Bagnaia vince, ma Martin vola sul mondo

Allo spagnolo basta il podio a Barcellona, Pramac primo team satellite campione in Motogp: "Ho rivisto la mia vita, piangevo sotto il casco"

di RICCARDO GALLI
18 novembre 2024
Bagnaia vince, ma Martin vola sul mondo

Allo spagnolo basta il podio a Barcellona, Pramac primo team satellite campione in Motogp: "Ho rivisto la mia vita, piangevo sotto il casco"

Piange e si batte le mani sul casco, mentre il muretto e il box esplodono insieme a quello sventolìo della bandiera a scacchi che saluta il suo terzo posto. Ha vinto Bagnaia, è vero, e anche Marquez è già passato, ma per Jorge Martin quella bandiera a scacchi significa solo e soltanto una cosa: è lui il campione del Mondo 2024.

Piange e poi ride, lo spagnolo della Ducati Pramac. E mentre riscrive la storia della MotoGp – primo pilota a vincere il titolo con un team satellite (l’ultimo era stato Rossi, nel 2001, ma quella era ancora la classe 500) –, si lascia travolgere da una festa esagerata.

"Sono choccato. Sono felice. Non so dire come mi sento – grida –. Ho fatto gli ultimi giri piangendo. Quasi non potevo guidare. Ho sofferto, lottato, ho voluto a tutti i costi questo Mondiale. Devo dire grazie alla mia famiglia, alla mia ragazza, Maria, al team, a Paolo Campinoti (il numero uno del team Pramac ndr), a Gino Borsoi con cui abbiamo costruiro questo risultato...".

Martin è campione del Mondo. E lo è con una Ducati ufficiale. La festa per la coppa è condivisa anche e soprattutto con Gigi Dall’Igna, con Davide Tardozzi, con l’ad di Borgo Panigale, Domenicali. E’ una festa (anche) in rosso, sia chiaro, ma da domani Ducati vedrà correre quel numero uno sul cupolino della cugina-rivale, su quell’Aprilia che accenderà il suo 2025 proprio con Jorge.

Ma non è il momento di parlare del futuro. Di quello che ha raccontato il mercato della MotoGp dal Mugello in poi.

"A otto curve dal termine ho rivisto la mia vita – è il racconto con il cuore del pilota spagnolo –. Ho pensato ai sacrifici di mio padre, ai pranzi fatti da mia madre, alla mia fidanzata. Grazie al lavoro mentale, mi sono concentrato ancora perché il lavoro non era finito".

No, non era finito e Martin sapeva bene che sarebbe bastato un moscerino per rovinare tutto. Per cancellare un’impresa magica. Ma assolutamente meritata.

Poi rivela: "Avrei voluto far passare Aleix Espargaro per lasciargli il podio all’ultima gara, ma è arrivato Alex Marquez e sono tornato a spingere. Ringrazio tutta la squadra, la Ducati. Mi hanno lasciato lottare contro Pecco. Hanno sempre avuto fiducia in me. Mi hanno dato la moto per vincere il Mondiale".

E’ il momento della festa-show, di trasformarsi in Martinator. Di mettersi la maglietta con il numero 1 stampato a caratteri cubitali, di indossare quella metà faccia d’acciaio con l’occhio bionico che è la foto di Terminator. Eroe imbattibile e a suo modo spietato, proprio come Martin lo è in pista. Ma non nella vita.

C’è anche l’abbraccio – una sorta di passaggio di consegne – con Pecco Bagnaia nel dopo Gp di Martin. "E’ stato un duello bellissimo, il nostro. Un duello leale", racconta lo spagnolo.

Pecco annuisce, festeggia sul podio del Gp della Solidarietà la sua vittoria numero 11 in questa stagione e poi analizza così il suo 2024 finito a 10 punti di distacco dal nuovo campione del Mondo. "Jorge – sono parole di Bagnaia – è stato più costante di me. Io alla fine ho vinto 11 gare ma ho anche pagato caro alcuni miei errori, come in Inghilterra e un paio di volte sono stato buttato fuori, ma Martin ha meritato il titolo. Assolutamente".

E da domani sarà già futuro, con Bagnaia e Marquez compagni di squadra, il campione del Mondo che scenderà dalla Ducati per salire in Aprilia e il team Pramac che diventarà Yamaha.

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