Pagelle MotoGp Assen: Bagnaia si prende tutto, Martin non molla. Incubo Bezzecchi

Il campione del mondo della Ducati dominatore in Olanda. Bene anche Bastianini

di RICCARDO GALLI -
30 giugno 2024
Pecco Bagnaia celebra la vittoria ad Assen

Pecco Bagnaia celebra la vittoria ad Assen

Assen, 30 giugno 2024 – Pecco Bagnaia dominatore ad Assen. Il campione del mondo della Ducati conquista il Gran premio d’Olanda della MotoGp davanti al rivale nella corsa al titolo mondiale Jorge Martin, terzo Enea Bastianini

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MotoGp Assen, dominio di Pecco Bagnaia. Vince davanti a Martin. La classifica del mondiale

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Le pagelle

Pecco Bagnaia 10. Si prende tutto. Forse anche una calamita di Assen da attaccare sul frigo. Che dire: Pecco è stato semplicemente perfetto. Dal venerdì alla domenica. Ha messo in fila vittorie (gara e Sprint), pole e giri con tempi da razzo supersonico. Ancora una gara – già domenica in Germania – e tornerà anche in testa alla classifica mondiale. Con merito assoluto.

Enea Bastianini 9. Gara di prepotenza. Alla Bastianini. Sale sul podio bastonando Marquez, Di Giannantonio e Marquez. Firma un risultato che la rilancia anche nella corsa al titolo.

Jorge Martin 9. Non molla Bagnaia. Lo tallona, cerca di mettergli pressione (nella prima parte del Gp) poi fa i suoi calcoli e si gestisce. Per tenersi la testa del Mondiale e andare a sfidare Pecco alla prossima puntata.

Marc Marquez 8. ‘Buca’ Vinales all’ultimo giro. Grinta e cattiveria però li mette in mostra da subito con una serie di sorpassi e staccate da brividi. Poi, la penalizzazione: non è certo colpa sua, ma gli toglie punti e sorriso.

Fabio Di Giannantonio 7,5. Sta lassù, fra i mostri, fino a quando ne può. Prestazione di carattere e coraggio. Avrebbe meritato addirittura il podio, ma deve accontentarsi di un piazzamento comunque da applausi. Messaggio al mercato?

Maverick Vinales 6. Voto complicato, perché Mav ha corso come un dannato e dato battaglia a tutti. Voleva il podio ma soffre la risalita di Bastianini e gli assalti di Marquez. Fino a sbagliare all’ultimo giro e beccarsi una penalizzazione.

Fabio Quartararo 5. A tratti fa rivedere le sue qualità, poi la Yamaha lo abbandona al destino e la gara si risolve nell’ennesima posizione nella palude. Dispiace vederlo così, perché è un pilota forte. Su una moto inguardabile.

Alex Marquez 5. Poteva e sicuramente voleva fare molto di più. In qualifica aveva lanciato segnali molto incoraggianti. Vederlo nella bagarre dei più veloci non era solo un miraggio. Inizia bene ma poi sparisce. Per non riemergere.

Pedro Acosta 4. Giovane e forte. Ma ancora troppo poco calcolatore e concreto. Chiude così con una caduta una gara dove al contrario aveva volato e fatto sognare. Pedrito, devi crescere.

Luca Marini, 1. Si fa vedere solo per una (poco consolatoria) passeggiata nella ghiaia. Poi luci spente su di lui e sulla sua Honda ormai brutta copia della moto che fu.

Marco Bezzecchi 0. Un lungo, lunghissimo weekend da dimenticare. Sfortuna? Senza dubbio. Ma il problema del Bez è stato soprattutto un altro: la concentrazione. Era stato sufficiente guardarlo negli occhi giovedì, prima ancora che accendesse il motore della sua Ducati, per vedere un ragazzo ancora nella tempesta di quella scelta fatta poche ore prima: lasciare il team di Valentino per correre in Aprilia. Bez ha ‘sentito’ la responsabilità della sua scelta e ha pagato un weekend tutto da dimenticare.

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