Volata nella bufera. La solidità di Pecco contro l’ira di Martin
La guerra di nervi per il titolo di campione del mondo di MotoGP tra Bagnaia e Martin si è intensificata dopo la figuraccia del GP del Qatar. Michelin ha risposto alle accuse di Martin, affermando che le gomme non erano state riscaldate. La situazione è delicata: Bagnaia può diventare campione già sabato a Valencia.
Sarà anche e soprattutto una guerra di nervi. Di tensione al limite e non solo per il gas da aprire al massimo subito, nelle qualifiche, e poi (e sopratutto) nella Sprint e in gara. Sarà una guerra di nervi anche per la bufera che Jorge Martin ha alzato dopo la figuraccia del Gp del Qatar, chiuso un distacco di punti nella classifica mondiale (-21) che in qualche modo sembra già consegnare il titolo a Bagnaia. Il pilota Pramac ha puntato forte e chiaro il dito contro le gomme, contro la Michelin. Parole dure ("uno scandalo decidere un Mondiale così, in questo modo") che rischiano, e sicuramente l’hanno già fatto, di piazzare dubbi pesantissimi sulla gestione della distribuzione degli pneumatici, fra i due piloti impegnati nella caccia al titolo.
Michelin però non ci sta e ieri, attraverso Piero Taramasso, il responsabile racing dell’azienda francese, ha controbattuto con forza all’attacco del pilota Pramac, chiarendo il fatto che "le gomme della moto di Jorge non erano mai state usate prima e nemmeno erano state riscaldate". Dunque, una gestione regolare che non avrebbe potuto e dovuto in alcun modo condizionare il rendimento e la prestazione del pilota spagnolo.
"Stiamo analizzando i dati – continua Taramasso – delle gomme di Martin, ma voglio ricordare ancora una volta che le stesse erano arrivate qui subito dopo la loro produzione". Dunque perché, Martin dopo quel decimo posto in Qatar, ha deciso di alzare il polverone chiamando in causa Michelin? Di certo c’è che Jorge, a parte la delusione per l’esito di una gara che quasi cancella la sua speranza di diventare campione del Mondo, ha visto e riletto bene l’andamento della sua Ducati nel Gp e riscontrando quanto aveva fatto, il sabato, nella Sprint ha capito che qualcosa davvero non ha girato nella direzione e gli ha impedito di guidare come avrebbe voluto. Nella mini-gara, Martin, autore di una vittoria spettacolare, aveva firmato 10 giri (praticamente tutta la Sprint) segnando un tempo di 1’53’’.
Domenica, invece, in gara, la sua Desmo Pramac è riuscita a mettere in fila appena 4 giri (su 22) con un tempo inferiore a 1’54’’. Una calo strano, stranissimo, preoccupante e che soprattutto ha messo Martin in condizione di consegnare il Mondiale a Bagnaia su un piatto d’argento.
Le combinazioni. Bagnaia è campione già sabato a Valencia dopo la Sprint se: vince e Martin chiude terzo; è secondo e Martin quinto; è terzo e Martin settimo; è quarto e Martin ottavo; è quinto e Martin nono; è sesto e Martin non prende punti.
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