Draghi batte Giorgia 3 ori a 2

La visita della premier ha portato medaglie a sorpresa: se anche il fioretto a squadre avesse fatto centro, si sarebbe realizzato un pareggio tra Presidenti del Consiglio

di LEO TURRINI – DORIANO RABOTTI
1 agosto 2024
Cafè Paris

Cafè Paris

Caro Doriano, ancora e sempre a proposito di imprevedibilità della Olimpiade, beh, ti racconto quanto segue. Giovedì all’ombra dei cinque cerchi. Noi italiani in fibrillazione qui a Parigi: Stano il marciatore e Palmisano la marciatrice difendono l’oro di Tokyo. Ed è arrivata Giorgia Meloni, la premier. Bene, anzi, male. Flop pauroso dei camminatori vestiti d’azzurro. Panico generale. Addio sogni di gloria. Non miglioreremo il record delle 40 medaglie del 2021. E adesso chi lo dice al primo ministro? Chi può escludere che l’opposizione accusi l’inquilina di Palazzo Chigi di portare iella, rogna, insomma, sì, sfiga? Ah, L’Olimpiade! Giorgiona va con Malagò a vedere le ragazze del volley e si sparge la voce che Velasco, il ct, abbia tenuto in panchina contro l’Olanda Paola Egonu per non irritare Salvini e il generale Vannacci. Cioè ormai siamo al delirio da astinenza medaglie, finché. Finché, bam bam, in cinque minuti arrivano due ori, tra canoa e judo. La ragazza del tatami è lesbica dichiarata e sono fatti suoi, però dato il contesto ammetterai che la coincidenza è esilarante (vedi polemiche alzo zero sull’Intersex di Algeria che ha rotto il naso ad una nostra pugilessa). Finito? Ma no. A sera del giovedì iniziato disastrosamente arriva pure l’argento delle fiorettiste. Avessero vinto pure loro, con tre trionfi in un giorno sarebbe stato eguagliato un record di Tokyo. Quando presidente del consiglio era Mario Draghi. Fiuuuu, la sinistra può tirare un sospiro di sollievo: Marione batte Giorgiona 3-2.

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Caro Leo,

da razionalista convinto mi rifiuto di pensare all’esistenza della sfiga. Credo fortemente che sia un alibi che molti usano per i propri fallimenti, anzi: credo che essere superstiziosi forti sfortuna, nel senso che mentalmente ti inclina verso la probabilità del fallimento e da lì è un attimo che la iella si presenti davvero.

No, mi rifiuto di crederlo perché dovrei cambiare alcune mie convinzioni sulle pure coincidenze.

Per esempio, è stata sicuramente una coincidenza a far dire a un collega di una nostra redazione toscana “Oggi è una giornata tranquilla, dai”, la giornata tranquilla era un 11 settembre destinato a passare alla storia perché poco tempo dopo due aerei avrebbero abbattuto le Torri gemelle. Non so se in questi giorni il collega, ormai in pensione, si sia espresso su Libano o Iran.

E tu non eri in redazione il giorno dell’apoteosi di un altro collega nella redazione di Bologna, collega sul quale pendeva il sospetto che avesse un qualche superpotere sportivo al contrario, perché quando si avvicinava ai televisori durante una partita di calcio dicendo ‘adesso segnano i bianchi’, nel tempo massimo di un minuto come minimo i bianchi facevano autogol. Record sul tempo che il collega in questione abbassò costantemente, fino a tempi di reazione dei disastri che si aggiravano sui cinque secondi. Forse un giorno ce la fece addirittura in due secondi.

Ma il massimo lo raggiunse quando, nell’ottobre del 2015, si avvicinò mentre la tv trasmetteva una partita dei gemelli americani Bob e Mike Bryan, una coppia di doppisti formidabile che ha scritto numeri storici nel tennis professionistico. “Eh questi sono fortissimi, non perdono mai”.

Quel giorno sì, quel giorno persero e si interruppe una striscia aperta al numero uno del ranking del doppio che durava da 139 settimane.

Se non mi credi, sono in grado di portare testimoni che hanno sentito quello che ti sto raccontando.

E infine non credo che la tempesta di tuoni e fulmini che ha accolto sul cielo di Parigi l’aereo sul quale viaggiavo sia un segnale, come se la prima olimpiade che ho tanto atteso non volesse proprio farmi entrare.

E adesso basta, che a forza di chiamarla poi magari la sfortuna si sveglia davvero.

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