L’altro Giovanni Toti che ci fa sognare

E’ solo un omonimo, ma ha vinto la prima partita di un italiano nel badminton. E Antilai Sandrini è la nostra pioniera della breakdance

di LEO TURRINI – DORIANO RABOTTI
29 luglio 2024
Cafè Paris

Cafè Paris

Caro Doriano,

ammesso servisse una prova ulteriore della unicità della Olimpiade, beh, eccola qua: quale altro evento può spedire agli onori della cronaca, in contemporanea!, un perfetto sconosciuto e due delle più grandi Star nella storia dello sport planetario? È successo qui a Parigi. Nel giorno in cui una atmosfera magica ha circondato The Last Dance (forse, con loro mai dire mai) tra Rafa Nadal e Nole Djokovic, ecco, i Giochi ci hanno permesso di scoprire che in Italia abbiamo un altro Giovanni Toti. Cioè un Giovanni Toti che non c’entra nulla con la Regione Liguria, con le accuse e le difese, con le dimissioni e con i processi, con la politica e con il diritto. Eppure, sempre di Giovanni Toti si tratta. Un omonimo, per carità. Praticamente anonimo fino a ieri. “Questo” Giovanni Toti è un giovanotto di Chieri trapiantato a Milano ed è il primo italiano ad essersi qualificato per il torneo olimpico di badminton, disciplina popolarissima in Oriente ma non esattamente famosa nella penisola. Non solo. “Questo” Giovanni Toti ha anche vinto la partita del debutto. Sai cosa penso? Che all’altro Giovanni Toti non dispiacerebbe se per un po’ le tv, le radio, i giornali e i social parlassero non di lui, ma dell’omonimo che ha smesso di essere anonimo. Grazie a una cosa chiamata Olimpiade.

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Caro Leo,

visto che parliamo di omonimi, io ti risponderò raccontandoti la storia della ragazza che porta il nome più curioso tra tutti gli azzurri. Lei si chiama Antilai Sandrini e ci rappresenta in una disciplina che debutta a Parigi, la breaking, versione sportiva della breakdance che evidentemente ha saputo superare le generazioni, perché ricordo quando vidi la prima dimostrazione in Italia di questo tipo di danza, in un programma del giovedì sera di Mike Bongiorno, non ricordo se era Superflash o Telemike. Una quarantina di anni fa comunque, su un pezzo dei Tom Tom Club chiamato 'Wordy rappinghood'. Antilai è un nome inventato da uno scrittore, significa 'figlia del vento' e somiglia al soprannome di uno dei più grandi di tutti i tempi, Carl Lewis.

Questa 26enne cresciuta ad Aviano terrá alti i colori azzurri in uno sport che ha fatto storcere il naso a molti quando è stato inserito nel programma, eppure rappresenta alla perfezione la svolta che il Cio ha voluto imprimere negli ultimi anni, per esempio inserendo lo skateboard.

Chiaramente l'intento è quello di andare alla conquista delle nuove generazioni, e questo non è sbagliato in assoluto. Qualsiasi tradizione è destinata a diventare sterile se non trova le energie fresche del rinnovamento. Per fortuna ci sono pionieri come Giovanni Toti e Antilai Sandrini, pronti come l'Enterprise di Star Trek a portare anche noi 'vintage' là, dove nessuno è mai arrivato prima.

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