Errani: “Era il mio sogno fin da bambina”. Paolini: “Bello condividerlo”

Le due campionesse azzurre dopo aver raggiunto la finale per l'oro in programma domenica: “Questa idea è nata proprio a Parigi”

di DALL’INVIATO DORIANO RABOTTI -
2 agosto 2024

Per una è il sogno di una vita che si avvera, per l’altra è una gioia quasi imprevista, raccolta lungo la strada: comunque Sara Errani e Jasmine Paolini hanno capito perfettamente di essere entrate nella storia, centrando la medaglia olimpica un secolo dopo l’unico italiano ad esserci riuscito, Uberto de Morpurgo.

Jasmine Paolini e Sara Errani
Jasmine Paolini e Sara Errani

"Per me è sempre stato un sogno fin da piccola, era il mio pallino e aver centrato la finale olimpica all’ultimo tentativo è qualcosa di pazzesco – racconta Sara Errani –. Già anni fa quando mi chiedevano se preferissi uno Slam o l’Olimpiade, io ho sempre visto i Giochi come il massimo dello sport. Ci ho provato per tanti anni, esserci riuscita con Jas è bellissimo. L'ho contagiata, le ho fatto sentire quanto fosse importante per me e devo ringraziarla per gli sforzi che ha fatto per aiutare me in questo sogno, l’altro giorno dopo il singolare perso so come si sentiva. Non smetterò mai di ringraziarla”.

Jasmine Paolini è al suo fianco mentre si raccontano: “E mi sto rendendo conto che è una cosa davvero importante, non so se vale quanto uno slam, ma è un evento al top e qualcosa che ha un peso diverso e si sente. Ora speriamo di fare bene domenica”.

Chissà se anche in finale la Errani giocherà l’ultima palla servendo da sotto: “Avevo avvisato Jasmine che l’avrei potuto fare e anche che avrebbero risposto con una smorzata, è andata bene. Negli ultimi mesi siamo cresciute tatticamente, conoscendoci sempre meglio. Credo di essere anche migliorata a rete ultimamente, ci ho lavorato molto ed è stato importante. Ma ancora di più lo è aver trovato i nostri meccanismi”.

La compagna di viaggio quest’anno si sta abituando alla preparazione delle finali, dopo quelle al Roland Garros e a Wimbledon: “Ma questa non so se sia diversa, la prepareremo come sempre, studiando le avversarie – racconta la Paolini –. Rispetto al singolare il doppio è qualcosa di diverso, condividere il campo con la tua compagna ti aiuta anche se magari all’inizio sei più nervosa”.

E dire che l’idea di fare il doppio insieme ai Giochi è nata proprio a Parigi un anno fa: “Ne parlammo al ristorante e decidemmo di provarci – spiega la Errani –. Se mi chiedete se allora me l’aspettavo, vi rispondo sì e no. E’ un sogno ma ho lavorato per arrivarci, poi poteva andare male, ma ho dato tutto per arrivare a questo momento e mi sento fortunata e orgogliosa per esserci arrivata insieme”.

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