Il match e le polemiche: Carini, addio alla boxe. E il Cio gela Meloni: "Khelif è una donna"

Il presidente del Coni puntualizza: giudicare non è il nostro lavoro. "Dieci esperti hanno controllato che fosse tutto regolare"

di LEO TURRINI -
3 agosto 2024

The Day After. Il giorno dopo di una storia che l’Olimpiade volentieri si sarebbe risparmiata. Perché non è mai cosa buona essere costretti a fare i conti con l’Imbarazzo, scritto con la maiuscola. In mezzo al frastuono mediatico planetario che ha coinvolto e pure travolto Angela Carini, pugile italiana rimasta sul ring appena 46 secondi contro Imane Khelif, rappresentante nonché idolo d’Algeria, le istituzioni hanno tentato di metterci una pezza. Ecco come.

Angela Carini, 25 anni, in lacrime dopo aver perso contro Imane Khelif
Angela Carini, 25 anni, in lacrime dopo aver perso contro Imane Khelif

Il vertice

Ufficialmente ieri mattina Giorgia Meloni, in visita ai Giochi, aveva in programma un incontro con il numero uno del Cio, il tedesco Thomas Bach. Doveva essere uno scambio di informazioni e auguri (a occhio, ne avremo bisogno) a proposito della prossima Olimpiade invernale di Milano-Cortina 2026. Solo che. Solo che in mezzo c’era stata la famosa nonché famigerata scazzottata lampo. E la premier aveva subito preso posizione, già giovedì. Ergo, l’ufficio stampa di Palazzo Chigi ha fatto sapere che durante il vertice, cui ha preso parte anche il leader del Coni Giovanni Malagò, "è stato affrontato anche il caso dell’atleta Imane Khelif e il tema delle regole per garantire equità nelle gare sportive".

Risposta

Ora, dovete sapere che Bach, già campione di scherma in gioventù, sa schivare e parare, insomma è un tipo abituato a farsi concavo e convesso. Così, con molto tatto ha spiegato Bach che "l’incontro con Meloni è stato positivo, abbiamo parlato anche del caso Carini. Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per ‘dare il benvenuto’ allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile perché lei (sempre la pugile algerina iperandrogina Imane Khelif, ndr) è una donna e ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale". Tradotto: il Comitato olimpico internazionale capisce e rispetta tutte le sensibilità, semplicemente per le sue regole, non ispirate da cultura transgender, Imane aveva e ha ogni diritto di essere qui.

Malagò

Su quest’ultimo aspetto (ci sono norme che non sono state scritte 48 ore fa) è stato esplicito il capo del Coni, che non ignora il proverbiale, per quanto non di rado ipocrita, fastidio del Cio per le ingerenze della politica. Ha detto Malagò: "Io esprimo solidarietà ad Angela Carini, avevo parlato con lei già dopo il sorteggio. Se uno si basa su aspetti estetici è chiaro che le riflessioni sono molto comuni e similari. L’algerina non ha fatto oggi il primo match della sua vita, sono almeno 8-9 anni che è nel circuito della boxe. È stata la portabandiera dell’Algeria ad Orano ai Giochi del Mediterraneo. Ha vinto i Campionati Africani, nel 2017 ha disputato i Campionati del Mondo e nel 2021 l’Olimpiade di Tokyo senza arrivare alla medaglia. Ha un passaporto, che non devo giudicare io, che dichiara che è donna. Poi è giusto che ognuno faccia le sue considerazioni, però quello che dico è di non sostituirci al mestiere degli altri. Dieci persone che rappresentano una commissione scientifica hanno valutato e testato di recente, ho ricevuto questa mattina (ieri, ndr) la lettera, con quelli che sono i valori ormonali di questa atleta. Poi ognuno è padrone di pensare ciò che crede".

Addio

Può darsi, alla fine della fiera, che questa triste storia abbia in realtà solo due vittime. Una è certamente Angela Carini, che annuncia di aver chiuso con il pugilato: "Ho avuto il sostegno della Nazione e Meloni mi ha detto di continuare a credere nei miei sogni. Tanti mi hanno detto di continuare fino alla fine, ma io ho deciso di fermarmi per il mio bene". L’altra vittima si chiama Imane. Perché gli esseri umani andrebbero rispettati sempre.

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