Olimpiadi 2024, che lezione dai francesi. Il palcoscenico della Senna ha celebrato l’universalità

I francesi si sono inventati la trasformazione della Senna in un palcoscenico

di LEO TURRINI -
27 luglio 2024

Figuriamoci se la cerimonia inaugurale dei Giochi di Parigi poteva sfuggire alla inevitabile, persino sacrosanta! caccia all’errore. O alla noia (sempre soggettiva, comunque).

Del resto, per esperienza diretta e personale so perfettamente che il primo atto di una Olimpiade mai può piacere a tutti. E immagino non pochi, davanti alla televisione, avranno trovato lo show kitsch, pagano, infarcito di retorica da tre palle un soldo, pieno zeppo di una sorta di ansia da integrazione e inclusione destinata a turbare i pensieri in stile generale Vannacci. Per tacere della... riedizione dell’Ultima Cena in versione drag queen!

Olimpiadi, le barche continuano sfilare sulla Senna: uno spettacolo unico
Olimpiadi, le barche continuano sfilare sulla Senna: uno spettacolo unico

Aggiungo che mettere insieme il can can del Moulin Rouge e la cultura alta della filosofia e della Storia con la maiuscola nello stesso show è un esercizio degno di un trapezista al circo: ma se vogliamo è un prezzo da pagare alla post modernità. Soprattutto nell’era della semplificazione multimediale.

Insomma e ancora. Li capisco, i critici. Li capisco quando gridano all’effetto polpettone. Ma non condivido. Forse perché sul posto, sì, insomma, sotto il diluvio, si avvertiva la sensazione di essere in presenza di qualcosa di unico.

Sissignore. I francesi si sono inventati la trasformazione della Senna in un palcoscenico. E non si era mai visto nulla del genere in decenni e decenni. Magari proprio non si vedrà più.

Ancora. Mentre tornavano a suonare (e vi par poco?) le campane di Notre Dame, cinque anni dopo essere state silenziate da un orrendo incendio, i francesi, proprio loro docenti storici di sciovinismo, hanno coinvolto nella parte più intensa della cerimonia Rafa Nadal, Serena Williams, Nadia Comaneci, Carl Lewis. Eroi dello sport che francesi all’anagrafe non sono.

È stata, se posso permettermi, una lezione. Rarissima in mondo in cui persino l’Olimpiade è uno strumento di contrapposizione geopolitica. È stato il loro modo di riconoscere e proclamare l’universalità dell’evento. L’Olimpiade, nonostante difetti e sprechi, è di tutti. Come i valori della Rivoluzione del 1789: libertà, uguaglianza, fratellanza. Spero che la cerimonia inaugurale, per quanto criticabile, volesse trasmettere esattamente questo messaggio. E allora, ne è valsa la pena (di rischiare di affogare sotto il diluvio, eh).

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