La Senna amara di Paltrinieri: “In acqua non ero io. Giochi di Los Angeles? Per ora non decido”

Delusione per Greg, solo nono nella 10 chilometri di nuoto di fondo. “In tv ho detto che forse sarebbe stata la mia ultima gara, ora stacco la spina, poi vediamo”

di DALL’INVIATO LEO TURRINI -
9 agosto 2024
Gregorio Paltrinieri, nono nella dieci chilometri di fondo

Gregorio Paltrinieri, nono nella dieci chilometri di fondo

Parigi - Greg, e adesso che si fa?

“Beh, dovresti dirmelo tu”.

Io?

“Esatto. Andrai a Los Angeles nel 2028 per il tuo giornale?”

Veramente credo che alla gente interessi di più la tua scelta, eh.

“Magari ci facciamo un salto insieme, dai”.

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Triste, solitario y Final? Anche no. Gregorio Paltrinieri incassa con garbo la delusione per il modesto nono posto nella dieci chilometri di fondo. Il dispiacere c’è ed è grosso, nemmeno lenito dal risultato del fraterno amico Acerenza, giù dal podio per una manciata di decimi, ennesima medaglia di legno italiana in questa Olimpiade. Ma i Giochi di Parigi hanno consegnato a Greg due podi in piscina. Solo che, avendo lui trent’anni, la domanda è inevitabilmente quella.

Gregorio Paltrinieri e Leo Turrini
Gregorio Paltrinieri e Leo Turrini

Ci vai o non ci vai, a Los Angeles?

“Insisti?”

Insisto.

“Guarda, ho deciso di non decidere”.

Prego?

“In tv ho detto che forse questa nel fiume potrebbe essere stata la mia ultima gara”.

Appunto.

“Ma è presto. Mi serve tempo. Tre o quattro mesi. Debbo staccare la spina. Dedicarmi a cose che ho trascurato. Poi vediamo. Nel caso, però, devi venire anche tu”.

Vabbè. Quanto brucia questa sconfitta?

“Tanto. Stavo bene, dalla piscina ero uscito carico a molla”.

E allora?

“Allora appena entrato nella Senna ho capito che non ero io”

In che senso?

“Facevo una fatica boia. Per cinque chilometri sono stato attaccato ai migliori, all’ungherese e agli altri. Ma sputavo sangue”.

Come mai? C’entra la Senna?

“Anche no, sebbene il tiramolla sulla balneabilità non ci abbia aiutato. Ma non cerco scuse. A favore di corrente non andavo. Contro corrente meglio, però non ero da podio. Alla fine non ne avevo proprio più. All’ultimo chilometro gli altri manco si sono fermati al rifornimento. Io se non avessi bevuto sarei morto”.

Ti rimproveri qualcosa?

“Magari ci sta di fare un ragionamento sulla preparazione. Può darsi che aver lavorato tanto per le gare in piscina mi sia costato in brillantezza nel fondo”.

Coperta troppo corta?

“Temo di si”.

Sei pentito delle scelte fatte, dopo questo nono posto?

“No, ne è valsa la pena. In vasca ho preso due medaglie bellissime, negli 800 e nei 1500 ho nuotato su tempi che non facevo da tempo”.

Rifaresti tutto?

“Sì, sì. Dovessi dare un voto alla mia Olimpiade, sarebbe un bel nove. In piscina sono stato incredibile. Nel fiume no e mi scoccia, ma lasciami aggiungere che mi dispiace pure per Acerenza”.

Ha mancato il bronzo di un niente.

“Guarda, Mimmo è un fondista eccezionale. Meritava di più, anche se intendo togliere niente a chi ha vinto, l’ungherese Rasovzski è stato davanti dall’inizio alla fine. Ma Klemet e Betlehem non sono più forti del mio compagno. Peccato, davvero”.

Hai parlato con Tamberi?

“Sì, ci siamo sentiti. Lui ha sette vite! Una Olimpiade è fatta di attimi, Gimbo ha l’istinto per dominarli. Sarà protagonista in pedana, non ho dubbi”.

Greg, ma a Los Angeles ci vai o no?

“È più facile ci vada Rossella, la mia compagna spadista, tra l’altro lei qui ha vinto l’oro e io no”.

Risposta non valida, dai.

“Se tu parti con me, allora forse…”

Tocca campare altri quattro anni, ho capito.

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