Paralimpiadi: Bortuzzo e quella pallottola che gli cambiò la vita, una questione di millimetri

Nel 2019 la promessa del nuoto per uno scambio di persona restò ferito in una sparatoria: oggi affronta i suoi primi Giochi

di LORENZO LONGHI -
30 agosto 2024
Il nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo

Il nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo

Parigi, 30 agosto 2024 – Quello di Manuel Bortuzzo è un nome che, da anni ormai, è sotto i riflettori. Lo era già per gli addetti ai lavori dello sport quando, quindicenne, era una grande speranza del mezzofondo di vasca azzurro. Trevigiano nato a Trieste ma di stanza al Centro federale di Ostia, classe 1999, a chi lo definiva una promessa ribatteva di essere “una promessina”, ma è entrato nelle cronache dei telegiornali per un episodio di nera accaduto nel 2019, nei pressi di un pub di Roma Sud, quando rimase coinvolto in una sparatoria in piazza Eschilo: era assieme alla fidanzata e fu vittima di uno scambio di persona.

Una pallottola lo colpì di spalle pur essendo totalmente sconosciuto allo sparatore, causandogli una lesione midollare. Settimane e settimane nei telegiornali e sui giornali, a volte con la classica spettacolarizzazione tipica di quest’epoca, poi da vittima Bortuzzo è tornato protagonista, anzi lo è diventato, sfruttando al meglio il suo ruolo di personaggio ormai pubblico. Docu-film, fiction, poi l’esperienza televisiva e di recente un libro (‘Soli nella tempesta’) nel quale ha volutamente trascurato la sua partecipazione a un noto reality tv, che lo ha fatto conoscere in realtà anche ai pochi che della sua vicenda sapevano ben poco.

Quella di Parigi 2024 è la sua prima Paralimpiade, ovviamente nel nuoto che era e resta il suo sport. Al centro dell’interesse mediatico, nella vita e in vasca, dove peraltro i suoi numerosissimi tatuaggi sul busto e sulle braccia – abbastanza inusuali per un nuotatore – lo renderanno facilmente riconoscibile. Tra questi, c’è anche un disegno che simboleggia il numero 12, vale a dire i millimetri di distanza tra la vita e la morte se la pallottola, quel giorno del 2019, fosse finita di quel poco più in là e avesse raggiunto l’aorta addominale. Le sue Paralimpiadi racconteranno anche questo, ma soprattutto consentiranno alla "promessina” di allora di andare alla ricerca di una medaglia per realizzare finalmente quelle aspettative, diverse ma sempre uguali, quando si tratta di gareggiare sul filo dei decimi e dei centesimi.

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