Paralimpiadi, Ganeshamoorthy oro con record mondiale nel lancio del disco
Impresa dell’azzurro a Parigi. Ancora un successo nel nuoto con Raimondi, primato anche per Amo Manu: e Ossola chiede in pista alla compagna di sposarlo
Parigi, 1 settembre 2024 – Due ori, un record mondiale, un telefonino galeotto e una proposta di matrimonio. Non manca niente nelle Paralimpiadi azzurre. Rigivan Ganeshamoorthy, sino a pochi mesi fa, non aveva mai lanciato un disco. A Parigi era alla terza gara internazionale, non solo ha vinto la medaglia d’oro da debuttante alle Paralimpiadi, lui che non ha mai disputato né un Europeo né un Mondiale, ma lo ha fatto ritoccando per tre volte il record mondiale classe F52, l’ultima con un 27.06 inarrivabile per tutti i suoi avversari (l’argento, il lettone Apinis, ha lanciato 20.62, quasi 7 metri in meno), prima medaglia azzurra nell’atletica.
Classe 1999, nato a Roma da genitori originari dello Sri Lanka, affetto da sindrome Guillain-Barré, a cui nel 2019 si è aggiunta una lesione cervicale causata da una caduta, Ganeshamoorthy solo per caso ha scoperto l’atletica, dopo aver provato il basket in carrozzina.
Dal nuoto, altre due medaglie. Splendido l’oro di Stefano Raimondi nei 100 stile S10: 51“40 il suo crono, risultato formidabile se si pensa che, nella specialità, tre anni fa a Tokyo aveva ottenuto il bronzo. Non era il favorito, ma il suo ultimo quarto di gara è stato impressionante e per gli australiani Crothers e Gallagher non c’è stato nulla da fare. Secondo oro parigino per il 26enne veronese dopo la conferma sui 100 rana SB9, in una finale che, al quinto posto, ha visto Simone Barlaam, il cui 52“43 è record paralimpico sulla specialità per la classe S9, considerando la sua presenza in vasca con atleti della classificazione funzionale superiore. La stessa distanza e la stessa classificazione S10, ma femminile, hanno portato a medaglia Alessia Scortechini, 27enne romana, bronzo in una finale che l’ha vista centrare il record italiano (1’01”02).
In mattinata, nel canottaggio, si era verificato il giallo del telefonino. Proprio così: il canottiere romano Giacomo Perini, capace nel canottaggio PR1 di chiudere la gara con un prestigioso terzo posto che gli era valso la medaglia di bronzo, se l’è vista togliere per una distrazione, avere appunto dimenticato, nel borsello a bordo dell’imbarcazione, il telefonino, aspetto che gli è costato la squalifica a seguito del reclamo dell’Australia, il cui atleta Erik Horrie è così subentrato sul podio. Ma Perini non ha utilizzato il cellulare. “La squalifica è nata da una dimenticanza: non me ne ero accorto”, ha spiegato, “ma nella motivazione c’è scritto che mi “hanno trovato“ mentre usavo apparecchiature di comunicazione: dichiarano il falso. Ho dato il telefono alla giuria perché vedessero che l’ultima chiamata era della sera prima, con lo psicologo. Per quanto possa fare mea culpa, non è un errore: il regolamento non dice che non si può portare il telefono, ma che non si può comunicare. E questo non l’ho fatto. L’australiano? Io non avrei mai voluto vincere il bronzo in questa maniera”. Lunedì sera occhio alla finale dei 100 metri T64 maschile: in pista Maxcel Amo Manu. In semifinale ha fatto segnare il record paralimpico di specialità. Non ha centrato la finale Alessandro Ossola, ma a fine gara ha chiesto alla compagna Arianna, incontrata nel 2019, di sposarlo.
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