Federica Brignone per l’8 marzo: "Serve una donna che decida e non si faccia mettere i piedi in testa”
La campionessa di sci e uno sport in cui la parità dei sessi pare aver trovato un punto d’incontro
Roma, 8 marzo 2024 – Una donna può decidere . "Deve solo capire cosa vuol fare davvero". Può sognare in grande "ma deve anche lavorare sodo". Federica Brignone, 33 anni, tre Coppe del Mondo di specialità e una Generale nello sci alpino oltre a tre medaglie olimpiche e il lungo viaggio verso la parità dei sessi, che nel suo sport pare aver trovato un punto d’incontro.
Essere donna ed essere sportiva che vuol dire? Non ha mai percepito un trattamento diverso nei confronti dei suoi colleghi uomini?
"Trovo che nello sci in realtà ci sia molta parità. I prize money sono quasi sempre allo stesso livello, le nostre gare passano sulle reti principali tanto, forse più degli uomini. L’unica differenza è che siamo un po’ meno forti fisicamente, ed evitiamo alcune piste come Kitzbühel o Wengen".
Ma ha ancora senso festeggiare l’8 marzo?
"La data è importante e ha il suo significato. Personalmente non mi capita mai di festeggiarla perché sono sempre in giro per il mondo".
Una sportiva o una donna che per lei è stata un modello, chi è?
"Sportiva non saprei, ho sempre avuto il mito di Roger Federer. Come donna però in tutto mia madre (la slalomista azzurra Maria Rosa Quario, ndr). Una sportiva con tantissime energie, che non si è mai fatta mettere i piedi in testa: è più orgogliosa di me sia come persona che come atleta".
Mamma ha smesso presto (24 anni), è compatibile la figura di genitore con quella dell’atleta?
"Personalmente per me sarebbe difficile, siamo sempre via e poi facciamo anche uno sport rischioso. Mi dedicherò in tutto alla famiglia quando avrò finito la mia carriera".
In campo sportivo secondo lei dove c'è bisogno di quote rosa?
"Nel nostro sport tutte le squadre hanno sempre di più presenze femminili. Dipende dal ruolo però, fare l’allenatore è pesante fisicamente: ci sono da spostare paletti e attrezzature pesanti. Le donne si dedicano molto spesso a ruoli come fisioterapista o preparatrice”.
Che consiglio darebbe a una ragazza con il sogno di diventare sciatrice come lei?
“La cosa che bisogna avere da subito ben in chiaro è cosa si vuole fare davvero. Serve sognare in grande ma anche lavorare sodo, fare le cose giuste per riuscire a crescere a volte fa la differenza anche sul talento puro”.
Ha da poco siglato una vittoria nella nebbia norvegese, che voto dà alla sua stagione?
“Non amo darmi dei voti. L’inizio è stato una bomba, poi gennaio leggermente sottotono, per come era partito speravo meglio, fisicamente sto bene e di solito i risultati arrivano. Ora voglio continuare a giocarmi i podi in gigante e superG”.
Quando deciderà di appendere gli sci al chiodo a cosa si dedicherà? Le sue colleghe che hanno fatto?
"Non so ancora esattamente cosa farò, prima metterò la parola fine alla mia carriera. La prima cosa che farò è sicuramente viaggiare non ho mai potuto stare via a lungo. Comunque lavoro molto sodo e mi riesco a godere le cose, a Oslo per esempio mi sono fermata un giorno in più. Quando ho le gare spesso mi concedo un giorno per visitare la città. In futuro sono sicura che rimarrò bell’ambito dello sport, ho idee e possibilità, servirà solo provare. Mi piacerebbe seguire i bambini nello sport”.
E magari si dedicherà all’ambiente col suo progetto Traiettorie liquide?
"Sono sempre stata molto green nella mia vita. Credo che l’educazione ambientale debba partire sin da piccoli. Recentemente abbiamo presentato una nuova ‘traiettoria’ a Cortina: ci saranno nuove occasioni per prenderci cura del nostro ambiente”.
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