Paris, un ritorno rock. "La reazione che volevo. Esco con l’album metal e punto ai Mondiali»

’Domme’ terzo in Coppa di discesa dopo la vittoria in Val Gardena e i podi a Kitzbuehel e Wengen: a 34 anni può ancora dettare legge "L’arrivo sulla Streif è unico: il boato dalle tribune come per un gol a San Siro".

di PAOLO GRILLI -
17 febbraio 2024
"La reazione che volevo. Esco con l’album metal e punto ai Mondiali"

"La reazione che volevo. Esco con l’album metal e punto ai Mondiali"

Classe, esperienza e animo rock. Dominik Paris è tornato a brillare in Coppa del Mondo, come testimonia l’attuale terzo posto nella classifica di discesa. La vittoria “rompi tabù“ in Val Gardena a dicembre, oltre ai podi a Wengen e Kitzbuehel, parlano di un ’Domme’ ritrovato, che non deve più porsi limiti verso i Mondiali dell’anno prossimo e, poi, le Olimpiadi in casa. Il campione della Val d’Ultimo è ora anche protagonista di un docu film, ’Metal on Streif’, visibile su Red Bull TV.

Paris, lei a Kitzbuehel ha vinto tre volte in discesa, e una anche in superG. Un mese fa, un altro podio d’autore nella gara più iconica dello sci mondiale. Qual è la parte più da brividi di questa libera?

"Io direi già la partenza. Nella Streif si scende subito sul ripido, senza poter avere le prime sensazioni dai materiali. Le curve iniziali sono fondamentali, per poi lanciarsi al massimo nel salto della Mausefalle".

L’Hausbergkante e poi l’arrivo in picchiata non sembrano da meno.

"Sì, la prima è un traverso a tutta velocità, ci arrivi stanco ed è rischioso. Devi essere presente con la testa. E l’arrivo è certamente unico, ma per altri motivi: c’è il boato dalla folla, è uno spettacolo. Credo che sia la stessa sensazione di fare un gol a San Siro. Io tengo il Milan...".

Com’è il bilancio di questa stagione, a quattro gare dal termine fra discesa e superG?

"E’ molto positivo. Ho iniziato subito bene, dopo tutte le difficoltà dell’anno scorso. A parte Bormio, dove non ho ripetuto i risultati del passato, devo essere molto soddisfatto".

Odermatt e Sarrazin, primo e secondo nella Coppa di discesa, si sono rivelati di grande livello.

"Su certe curve, su certi tratti sono quelli che ora riescono a fare qualcosa in più. Ma credo che non sia impossibile batterli, certo c’è da lavorare per farlo".

Lei è a quota 18 successi in discesa come Eberharter, e ne ha uno solo in più Peter Mueller. La leggenda Klammer è a quota 25. Campionissimi da inseguire mentre si preparano i prossimi grandi appuntamenti.

"Grandi riferimenti, ma per ora penso a questo weekend in Norvegia, poi ci sarà anche Salbach (sorride, ndr). Sì, l’anno prossimo ci saranno i Mondiali, poi nel 2026 le Olimpiadi, un appuntamento speciale. Spero di arrivarci fisicamente a posto per dare il meglio".

I Giochi, quelli estivi di quest’anno, sono l’obiettivo dichiarato di Jannik Sinner, un altro altoatesino che fa sognare.

"Purtroppo non l’ho ancora conosciuto di persona, ma sono suo tifoso. Vorrei poterlo incontrare presto, fare due chiacchiere con lui. Magari su una pista da sci, visto che da ragazzo era fortissimo anche nel mio sport".

Il fatto di essere sudtirolesi crea qualche difficoltà per atleti come voi? Come magari quella di essere riconosciuti e accettati solo quando si vince?

"Per me sono problematiche solo del passato, rappresento l’Italia e per me tutto questo è normale, ho modo di esprimermi pienamente per quello che sono".

Lo sci attuale sembra sempre più pericoloso, per le condizioni delle piste e le velocità che si riescono a raggiungere.

"E’ difficile dare soluzioni. Sicuramente si possono migliorare i calendari. Le gare sono tante, è dura stare sempre sul pezzo. A gennaio abbiamo avuto gare a ogni weekend, e poi ci sono sempre gli allenamenti. Quando si è stanchi è più facile sbagliare, e con le velocità attuali le conseguenze sono purtroppo sempre importanti".

Ha avuto modo di sentire Kilde dopo il terribile infortunio?

"Sì, la strada per lui è lunga visto il taglio che ha subito. Ma mi ha detto che i dottori sono fiduciosi sul recupero, anche se è impossibile ora stabilire i tempi".

Come procede la sua carriera parallela da frontman dei Rise of Voltage, band heavy metal?

"Tutto bene, anche se in inverno ovviamente ci fermiamo. Ci scateniamo col caldo, in estate uscirà il nostro prossimo album".

E a livello di ascolto?

"Mantengo gli stessi gusti, magari sono passato un po’ al groove metal e al new metal. Musica che mi libera la mente".

Ha visto Sanremo?

"Giusto il momento in cui è andato sul palco Ibra...".

Ha due figli piccoli: li vorrebbe sciatori come lei?

"Hanno iniziato da poco, non so se davvero vorrei che facessero il mio stesso mestiere. Finché si divertiranno, li sosterrò".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su