Roland Garros, Arnaldi cede a Tsitsipas in 4 set

L’azzurro è stato battuto dal greco e si ferma così ai quarti di finale. E dopo la sfida notturna Djokovic-Musetti tornano le polemiche: “Giocare fino alle 3 di notte non è sano”

2 giugno 2024
Matteo Arnaldi si ferma ai quarti del Roland Garros

Matteo Arnaldi si ferma ai quarti del Roland Garros

Parigi, 2 giugno 2024 – Matteo Arnaldi è stato sconfitto dal greco Stefanos Tsitsipas (numero 9) in 4 set e si ferma così ai quarti di finale del Roland Garros. Arnaldi è partito benissimo, ha fatto suo il primo set per 6-3, poi ha avuto l’opportunità di vincere anche il secondo, ma si è dovutto arrendere al tie-break 7-6 (4) con Tsitsipas che ha fatto valere tutta la sua esperienza, in particolare nel servizio e nel dritto. Nessun problema per il greco nel terzo e nel quarto set chiusi sul 6-2 e 6-2 ma l’atteggiamento si Arnaldi è stato comunque impeccabile.

E intanto tornano le polemiche sugli orari notturni. Il match valido per gli ottavi del Roland Garros tra Nole Djokovic e Lorenzo Musetti protratto fino a oltre le 3 del mattino, ha acceso un dibattito che ha coinvolto giocatrici e giocatori.

In particolare, Iga Swiatek e Coco Gauff hanno preso posizione sulla vicenda. “Giocare a questi orari è un problema - spiega la polacca - perché poi il lavoro non finisce al match-point. Ci sono altri impegni a cui non possiamo sottrarci e finisce che per addormentarci ci vogliono altre 4-5 ore. Inoltre, non so quanti tifosi si possano fermare fino a quelle ore. Non dipende da noi e dobbiamo accettare quello che accade, ma non è semplice da gestire” le sue parole riportate da Supertennis.

“Finire di giocare alle 3 significa andare a dormire alle 7-8 del mattino. Questo non è sano. Capisco che per gli organizzatori è complicato gestire casi come questo, dove ci sono due campi coperti e il pubblico ha pagato il biglietto per una certa sessione. Ma credo si dovrebbero mettere dei limiti più severi sull’orario limite di inizio dei match. Credo, in generale, che i giocatori dovrebbero essere maggiormente ascoltati, perché alla fine il prodotto siamo noi. Ci sono tornei che ascoltano di più, altri che lo fanno meno. Poi c’è la realtà oltre il tennis e allora bisogna trovare un equilibrio” le parole dell’americana.

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