Camila Giorgi indagata: "Evase il fisco nel 2016". I legali: colpa del padre

Campionessa irreperibile, la procura di Prato: non ha presentato la denuncia dei redditi. La difesa: "Tornerà per chiarire". Per le stesse accuse assolta nel 2013 e 2014.

di LUCA TAVECCHIO -
14 maggio 2024
Camila Giorgi indagata: "Evase il fisco nel 2016". I legali: colpa del padre

Camila Giorgi indagata: "Evase il fisco nel 2016". I legali: colpa del padre

"Camila è serena, una ragazza gentile con l’innocenza di una bambina, tornerà in Italia e chiarirà tutto". Quella stessa ragazza che i suoi legali descrivono al telefono, ancora minorenne aveva lasciato casa ed era partita a seminar buon tennis in giro per il mondo e ora è inseguita dal fisco. Perché? Secondo gli avvocati dell’azzurra Federico Marini e Cristian Carmelo Nicotra – ritiratasi qualche giorno fa nel silenzio dalle competizioni e ora indagata per "reati fiscali" nel 2016 – gli accertamenti da parte della Finanza "riguardano vecchie annualità". Anni in cui "non sono stati fatti adempimenti come la dichiarazione dei redditi che lei, impegnata nei tornei, aveva delegato al padre". E papà Sergio, sempre secondo i legali, non si sarebbe "affidato a dei professionisti del settore contabile amministrativo". Da sanare ci sarebbe solo la posizione "del 2016" dicono gli avvocati, che precisano di essere potuti intervenire solo una volta che "Camila era tornata in Italia". Ma a quel punto "era ormai troppo tardi per evitare contestazioni sui periodi pregressi, e non è stato possibile sanare tutto". Ovvero quei 464mila euro che la Giorgi dovrebbe al fisco. Quando però la Finanza l’ha cercata lo scorso 15 aprile nella sua casa di Calenzano (Firenze) per notificarle l’avviso di fine indagine per omessa dichiarazione dei redditi nel 2016 e non l’ha trovata, apriti cielo. È saltato fuori il ritiro dal tennis professionistico orchestrato nel silenzio e sono iniziate le voci su una possibile fuga dal fisco lontano dall’Italia. Camila "si è presa una pausa di riflessione" aldilà dell’Oceano, "negli Usa". E anche qui sono i legali a chiarire dato che lei non ha parlato, salvo un post su Instagram. "Nessuna intenzione di sottrarsi alle responsabilità – proseguono –, Giorgi rientrerà presto in Italia" e dicono, "il fisco non c’entra" con la decisione di ritirarsi dal professionismo sportivo, "maturata da diversi mesi: fin dopo il Covid Camila pensava di rallentare progressivamente, aveva difficoltà a reggere lo stress".

Camila era già finita sotto la lente della Finanza per non aver presentato la dichiarazione dei redditi nel 2013 e nel 2014 (poi assolta). Inoltre per il 2015 la tennista è imputata per lo stesso reato in un processo iniziato da poco. Secondo i legali, i guadagni della Giorgi sono noti al Fisco, "non c’è da nascondere nulla; sono i premi dei tornei, facilmente tracciabili". Con l’unico errore di non essersi affidata "a professionisti per la dichiarazione dei redditi". Così mentre il Codacons chiede il "sequestro dei compensi" di Camila, "in attesa che si faccia chiarezza, il dispiaciuto presidente Federtennis, Angelo Binaghi dice: "Se avesse avuto uno staff al top, sarebbe potuta diventare numero 1 al mondo".

Gabriele Tassi

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