Coach Lozano "Sara è una questione di fede. Non molla mai, in campo come nella vita"

Parla lo storico allenatore di Errani dopo il trionfo agli Us Open: "Vavassori tira fuori il meglio di lei, si identificano a vicenda" .

di GABRIELE TASSI -
7 settembre 2024
Coach Lozano "Sara è una questione di fede. Non molla mai, in campo come nella vita"

Errani e Vavassori in un. colloquio post-match a Parigi

L’italiana che visse due volte ha sempre avuto in Pablo Lozano un punto fermo. Perché, dice Lui "Sara (Errani, ndr) è una questione di fede e di fiducia". Vent’anni assieme il coach spagnolo e la neo campionessa del doppio misto agli Us Open, in coppia con Andrea Vavassori...una ricetta ci sarà.

Insomma Pablo qual è il segreto di una giocatrice così longeva e del suo coach?

"Sara mi ha sempre trattato bene, quando si ha un buon rapporto e si lavora al top è facile stare assieme".

E quando invece non va come previsto?

"Le persone diventa anche troppo facile abbandonarle quando affrontano i problemi della vita (e qui Lozano si riferisce anche a quando Sarita risultò positiva a una sostanza dopante nel 2017 per una contaminazione alimentare, ndr). Abbiamo resistito nei momenti di difficoltà, lasciandoci alle spalle situazioni complesse. Negli anni ci siamo abituati alle sconfitte.

Andrea Vavassori e Jasmine Paolini, due compagni portano per mano Sara in una seconda giovinezza.

"Stare con ’Jas’ e ’Vava’ è veramente piacevole. Con Sara sono vent’anni che lavoriamo assieme, è una delle più esperte del circuito, ormai tante sue colleghe sono andate in pensione e tocca sempre reinventarsi".

E come ci riesce?

"Con questi ragazzi passa giornate molto allegre. Sara sfrutta le velocità di palla sia di Jasmine che di Andrea, poi ci aggiunge esperienza e intelligenza tattica".

Con Paolini è arrivata la medaglia d’oro olimpica dopo un bel periodo di rodaggio. Con Vavassori è stato quasi un ’Miracolo sulla 34ª strada’ dopo pochi tornei giocati assieme.

"Sono molto sinceri l’uno con l’altro. Lei vede tante buone caratteristiche di Andrea (grande servizio ed esplosività a rete) e lui in Sara, una ragazza molto esigente ma anche molto solare, impegnata e attenta. Ma Vavassori sa cosa vuole, per questo si identificano l’un l’altro".

Ma qual è la caratteristica migliore di questa ragazza?

"Non mollare mai, in campo come nella vita fa di tutto per non lasciare per strada nemmeno un punto. Capisce il gioco e cerca sempre di non dare per scontata nemmeno una palla: è una delle persone migliori e più intelligenti che giocano a tennis".

Dopo il titolo degli Us Open l’anno non è ancora finito, cosa farete ora?

"Continueremo sia in singolare, per mantenere il ranking e così a gennaio avere accesso agli Australian Open, sia in doppio, seguendo un po’ Paolini nel circuito asiatico: l’obiettivo di fine anno è il Masters. Poi c’è anche la Billie Jean King Cup, Sara è sempre pronta".

Sara è stata al top in singolare, come’è la vita dei giocatori di singolare usciti un po’ dalle zone più calde della classifica?

"Le piace quello che fa, e se la gode lo stesso, perché sa che il successo è spesso una questione effimera. Per anni (dopo quelli con Roberta Vinci) ha cercato un compagno giusto. Ora che ne ha trovati ben due si aprono di nuovo tante porte..."

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