Djokovic fa quaranta (per mille). Batte Dimitrov e si prende Bercy

Troppo Nole per il bulgaro, che perde ma regala lampi di classe ai tifosi. Le lacrime di un Grigor ritrovato

di GABRIELE TASSI -
6 novembre 2023
Djokovic fa quaranta (per mille). Batte Dimitrov e si prende Bercy

Djokovic fa quaranta (per mille). Batte Dimitrov e si prende Bercy

C’è il sorriso fra le lacrime di Grigor Dimitrov. E c’è il sorriso di chi ormai dalla vittoria è un po’ assuefatto: Novak Djokovic, protagonista di una domenica tranquilla in quel di Bercy. Il campione serbo ha conquistato ieri il suo quarantesimo master mille in carriera con un netto 674-63, un ennesimo record, che lo proietta sempre di più sul podio dei tennisti più vincenti di sempre. Se Nole è a 97 (7 le coppe alzate a Bercy), nel mirino ci sono i 103 allori di un certo Roger Federer, secondo solo a Jimmy Connors (109). Ma prima, nel mirino del serbo pigliatutto ci sono le Atp Finals e il record dei sei titoli dello svizzero (già eguagliato), da battere.

La notizia vera di Bercy è però un Grigor ritrovato, che in questi giorni non ha smesso di dispensare classe, issandosi, dovo aver battuto alcune delle più quotate teste di serie (per esempio Alcaraz) fino all’ultimo atto. Il veloce di Bercy si bagna delle sue lacrime a fine partita. Il pianto di un 32enne che il mondo aveva già catalogato come ‘baby-Federer’ e che negli ultimi anni pare essersi un po’ perso per strada. Le settimane appena passate lo hanno visto ritrovare piano piano la condizione, e da lunedì sarà al numero 14 della classifica Atp. Ma l’ultima vittoria è lontana nel tempo: risale alle Finals di Londra del 2017, quel favoloso weekend in cui la sua stella cominciò un po’ a offuscarsi.

Troppo Nole (anche se debilitato in settimana da un virus) però ieri a Bercy: il rovescio di Dimitrov affossato a rete sul match point è un po’ lo specchio di tutto il match, che il serbo ha cercato di indirizzare sulla diagonale mancina. Troppi gli errori e praticamente assenti i vincenti con quel colpo. Djokovic? Freddissimo: alza il livello quando serve, sbaglia poco e centra i break praticamente sempre alla prima palla disponibile. Succede una volta nel primo set e due nel secondo: quanto basta per fare suo il titolo, amministrando il match. Unica increspatura nella prestazione del Serbo è la palla break concessa nell’ultimo game del primo set, dopo che aveva inanellato una prestazione praticamente immacolata al servizio. Dall’altra parte lampi di classe, non abbastanza per vincere, ma sufficienti per far sognare i tifosi davanti a uno dei pochi esteti della racchetta rimasti.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su