Effetto Sinner: Bolelli-Vavassori da urlo. Sogno dell’altro mondo per fare la storia

Australian Open, il nostro duo domani in finale di doppio contro Bopanna-Ebden. Nei tornei dello Slam solo due vittorie italiane .

di PAOLO GRILLI -
26 gennaio 2024
Effetto Sinner: Bolelli-Vavassori da urlo. Sogno dell’altro mondo per fare la storia

Effetto Sinner: Bolelli-Vavassori da urlo. Sogno dell’altro mondo per fare la storia

Già predisposta alla levataccia per assistere al duello epocale Sinner-Djokovic, iniziato nel cuore della notte, l’Italia si è subito immersa in un altro sogno. Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono l’altro lato, ma ugualmente splendido, del nostro tennis.

La finale che hanno conquistato nel doppio agli Australian Open, in programma domani, è la piena certificazione del momento magico del nostro movimento. Perché entrambi, a ben vedere, nella Davis trionfale che ancora ci fa gioire hanno avuto un ruolo marginale, sul campo. Simone ha giocato solo nel girone di Bologna, e a sfide già decise. C’era anche Andrea, ma mezzo infortunato, e quindi mai della partita. Ieri la coppia azzurra ha battuto in semifinale 6-3 3-6 7-6 Krawietz-Puez, tedeschi ottave teste di serie. E si è spalancata la porta della storia. Questa è solo la quinta volta che un doppio azzurro arriva in finale in un major: tre volte lo fecero Pietrangeli-Sirola, che vinsero a Parigi nel 1959, e una proprio Bolelli con Fognini, trionfatori in Australia nove anni fa.

I presupposti per un exploit da leggenda ci sono, ma la coppia avversaria è di quelle tostissime. Di fronte, domani, ci saranno l’indiano Rohan Bopanna (numero uno mondiale del doppio a 43 anni!) e l’australiano Matthew Ebden (quarto nel ranking).

Ma noi contiamo sull’effetto Sinner. Perché Jannik è stato quello che ha spostato più in là i limiti del nostro tennis, che ha abbattuto un muro sembrato per decenni insormontabile. Dettando, di fatto, la linea dentro e fuori dal campo. Un leader a tutto tondo. La finale raggiunta è l’ennesima dimostrazione del talento di Bolelli, già una rivincita coi fiocchi nei confronti di chi non lo riteneva più al top. E invece è lì a giocarsi il titolo più ambito, nove anni dopo quel trionfo maturato proprio nella terra dei canguri.

Vavassori, poi, nel doppio ha trovato la sua dimensione ed è facile scorgere nella sua mimica in campo quell’abbondanza di fiducia che permea il nostro movimento. Il torinese domani dovrà fidarsi ciecamente del suo compagno, uno che sa come si fa.

"Quando sono partito per l’Australia non credevo di poter arrivare in fondo – dice Simone – e comunque non mi aspettavo di raggiungere certi risultati subito ma siamo venuti qui con ambizione e la voglia di far bene. Ora cercheremo di divertirci in finale".

In campo femminile vengono rispettati i pronostici della vigilia. La finale domani sarà tra Aryna Sabalenka e la cinese Qinwen Zheng. La 25enne bielorussa, numero 2 del ranking Wta e detentrice del titolo a Melbourne, ha battuto la statunitense Coco Gauff (7-6, 6-4), riscattando la sconfitta subita agli Us Open 2023. La Zheng, invece, ha avuto la meglio sull’ucraina Dayana Yastremska con il punteggio di 6-4 6-4. Per la Sabalenka si tratta della seconda finale consecutiva. Prima assoluta, invece, per la tennista asiatica, numero 15 mondiale.

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