Tennis, Halep si difende dopo la squalifica per doping: “Non ci sono prove”

La tennista romena fuori quattro anni per positività, il nodo è l’assunzione volontaria o meno del principio attivo Roxadustat

di MANUEL MINGUZZI -
20 settembre 2023
Simona Halep
Simona Halep

Una mazzata su Simona Halep. Squalifica di quattro anni per positività al doping per la tennista romena, risultata positiva al principio attivo Roxadustat, un farmaco usato per l’anemia ma vietato agli sportivi, durante gli Us Open 2022. Quattro anni, sentenza arrivata una settimana fa, per un atleta di quel livello può voler dire fine della carriera agonistica, ma Simona Halep si è sempre dichiarata innocente, o quanto meno di non aver assunto volontariamente la sostanza. Il Roxadustat è vietato perché stimola la produzione di globuli rossi e aumenta l’emoglobina, di conseguenza c’è un miglior trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti. La colpevolezza di Halep si basa appunto sull’assunzione del principio attivo e sulla manipolazione fraudolenta del suo sangue per ottenere migliori prestazioni sportive nel 2022. Halep, che all’epoca aveva richiesto le contro analisi, ha dovuto prendere atto della positività ma si è sempre dichiarata innocente, ovvero che non ha assunto la sostanza in maniera volontaria. Si sarebbe trattato, secondo la difesa, di una contaminazione derivante da alcuni integratori che Halep avrebbe assunto per qualche giorno ma non per alterare le sue prestazioni.

Halep: “Non hanno prove”

Non ci sta Simona Halep. La tennista ritiene ingiusta la sentenza che rischia di mettere fine alla sua carriera e continua a dichiararsi innocente: per lei la positività è stata frutto di una contaminazione per aver cambiato alcuni integratori su consiglio del suo staff dell’epoca. Halep ha addirittura sperato nell’assoluzione piena dopo l’udienza, e invece…”Ero fiduciosa perché molte cose non avevano senso - ha affermato Simona a front Office Sports - Di fatto non hanno trovato nulla di sbagliato nelle mie analisi del sangue e nonostante tutte le prove mostrate dal mio avvocato hanno una preso una decisione pazzesca. Non hanno prove”. Insomma, senza una revisione della sentenza per Halep si fa dura tornare a giocare. Classe 1991 e vincitrice di un Roland Garros nel 2018 e di un Wimbledon nel 2019, la Halep rischia di restare ferma fino ai 35 anni, quando l’età non gli consentirebbe più il rientro a determinati livelli. Nonostante tutto sta continuando ad allenarsi in palestra, sperando in nuove prove o in una futura assoluzione: “Sono rimasta scioccata dalla decisione del tribunale, ma non avevo motivo di prendere quella sostanza che anzi avrebbe funzionato contro di me. Non mi avrebbe mai aiutato. Ora è difficile concentrarsi sul tennis e quando sei emotivamente svuotata rischi di farti male. Cerco di proteggermi e di andare in palestra per tenermi in forma”. A calcare la mano su Halep anche qualche vecchia rivale. Per esempio, Serena Williams ha twittato un criptico “l’8 è un numero migliore’ alla notizia della sentenza in relazione alla sconfitta maturata a Wimbledon nel 2019 che non consentì all’americana di vincere il suo ottavo titolo a Londra. Halep ha risposto così: “Ci sono giocatori che parlano male di me perché li ho battuti”.

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