I giudizi di Roberta. Vinci vota per Sinner: "Talento e grande volontà. Può vincere uno Slam»
L’ex tennista è diventata commentatrice ma non abbandona la racchetta "Tabellone e condizione fisica possono già essere decisive in Australia. Le italiane? Buona squadra, ci manca la giocatore da top 10 in classifica".
Roberta Vinci, lo garantisce, non ha mai pensato di tornare nel circuito WTA. Allo stesso tempo, l’ex numero 7 del ranking, che spesso fa base a Milano, dove per un periodo si è cimentata pure con il padel e dove fa la commentatrice per Eurosport (che trasmette gli Australian Open), non riesce proprio a staccarsi dalla racchetta o dal mondo tennistico. Lo scrive sul profilo Instagram: c’è chi è "nato con la camicia, io sono nata con la racchetta" e il suo cuore, anche ora continua a battere per quello sport iniziato quando aveva 6 anni.
Come si trova nel ruolo di commentatrice?
"È un ruolo diverso da quello di giocatrice, però mi piace perché è sempre un modo per rimanere a contatto con il tennis e continuare a seguirlo. Non è facile, dare sempre un giudizio, positivo o negativo, non è mai bello ma mi piace. Non gioco più, ma il tennis rimane sempre la mia vita e mi fa piacere commentarlo".
Su chi punterebbe in vista nel 2024?
"È difficile fare un nome adesso anche perché siamo all’inizio della stagione. L’annata è lunga, possono cambiare tante cose. Gli occhi saranno tutti puntati su Sinner, come è giusto che sia. Sia io da italiana che il pubblico aspetta grandi cose da questo ragazzo come anche da Berrettini, da Musetti, comunque da tutti gli azzurri e anche dal tennis femminile, si spera che vadano sempre bene. Al maschile direi lui, tra le donne è più complesso. Forse sempre Swiatek, Sabalenka o la Sakkari che è in ripresa".
In Australia rivedremo Nadal e Osaka, possono fare bene?
"Lo spero. Dire di sì è dura, perché ritornare dopo tanto tempo non è mai semplice: ritrovare il ritmo della partita, della fatica durante un match, non è la stessa cosa di quando ti alleni. Puoi farlo quanto vuoi, ma in campo c’è la tensione, un clima diverso, l’avversario... Non so se possono già essere competitivi, però sono due grandi campioni, se hanno scelto di essere in Australia è perché sono preparati".
Si aspettava la crescita di Sinner?
"È un ragazzo talentuoso, serio, vuole sempre migliorare e non si accontenta. Questi sono, probabilmente, i fattori per cui sta crescendo così tanto. Ha anche un team preparato, che non sottovaluta nessun tipo di aspetto, da quello fisico a quello mentale, fino alla programmazione. Ha avuto questo exploit ma non si è accontentato, questo fa la differenza oltre al talento".
È pronto per vincere uno Slam?
"Credo di sì. Per gli Australian Open, bisognerà vedere il tabellone e la condizione fisica, fa molto caldo e ci sono tanti fattori. Dico sì per quello che ha fatto vedere a Torino e in Davis. Le carte le ha, se non subito ci sono le altre prove, può ancora crescere. Perché non sperarci?".
Quanto conta la programmazione?
"È importantissima perché quando si gioca tutto l’anno, il corpo richiede un po’ di riposo in certe situazioni. La programmazione deve essere fatta e studiata bene con il proprio allenatore, con il proprio corpo. Il calendario è fondamentale e in questo Sinner è stato molto bravo. Poi la nazionale, non si rifiuta mai, deve essere un punto fermo. Si deve giocare, ma è un mio parere. Infine, è bene valutare la superficie e la forma fisica del momento".
Al femminile manca una top player…
"Purtroppo, è vero, manca un po’ il Sinner della situazione. Abbiamo tante giocatrici forti, ma non c’è quella di spicco. Bisognerà aspettare, dare ancora tempo a queste ragazze per continuare a migliorare, hanno pure una bella squadra e hanno fatto finale in Billie Jean King Cup. Spero ritorni la Giorgi che ogni tanto sparisce, magari spesso non sta bene. Non c’è un top 20 o 10".
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