Incubo Sinner, la Wada fa ricorso. Rischia una sospensione di 2 anni: "Sono deluso, ma resto innocente»
Caso Clostebol, non è finita: l’agenzia antidoping mondiale si appella al Tribunale sportivo di Losanna. L’azzurro sorpreso: "Abbiamo avuto tre udienze molto positive per me, non ho fatto nulla di male".
Gioca "deluso" e coi pensieri. Sinner sospeso fra campo e realtà: sapendo che mentre il suo piede sinistro calpesta la linea di fondo per servire, il mondo vedrà che il caso Clostebol non si è ancora definitivamente chiuso. Il tanto temuto appello Wada è arrivato, il che vuol dire altri quattro o cinque mesi sulla graticola dell’opinione pubblica e del tribunale dello sport, in attesa di una nuova sentenza. Giocare col peso addosso? Lo ha fatto per mesi, da Wimbledon fino all’inizio degli Us Open. E lo ha fatto anche ieri a Pechino, battendo il russo Safiullin (3-6, 6-2, 6-3) in rimonta dopo un primo set in grande sofferenza. Quanto al ricorso dell’agenzia antidoping: "Non me l’aspettavo. L’ho saputo un paio di giorni fa, oggi è diventato ufficiale. Ma è stata una sorpresa per me – dice il numero uno al mondo –. Forse vogliono solo essere sicuri che tutto sia nella posizione giusta. Resto comunque sorpreso che abbiano presentato appello". Più che sorpreso l’azzurro si dice "deluso", perché "abbiamo avuto tre udienze e tutte e tre sono andate molto positivamente per me. Certe cose non le puoi cambiare mai". Si è trattato di "diversi mesi di audizioni e indagini culminati con tre giudici di alto livello che hanno esaminato ogni dettaglio in un’udienza formale – illustra Jannik tramite il suo ufficio stampa –. Hanno emesso una sentenza approfondita che spiega perché mi hanno ritenuto non colpevole, con prove chiare e la mia collaborazione". Per questo motivo, aggiunge il 23enne di Sesto Pusteria, "sono abbastanza fiducioso che sarà così anche questa volta, che risulterà che sono innocente. Credo sia ovvio, nella mia testa so che non ho fatto niente di male".
Secondo il presidente Fitp Angelo Binaghi "Sinner ha dalla sua non soltanto l’evidenza dei fatti, ma anche l’assoluzione da parte di ben tre organi indipendenti". L’appello Wada per il numero uno della federazione potrà solo essere "positivo, perché sancirà l’innocenza del ragazzo, restituendoci un campione nel pieno della sua serenità".
Dovesse andare tutto storto, le prospettive fanno accapponare la pelle ai tifosi e a uno sportivo così giovane. Il rischio è quello di una sospensione fino a due anni, ma ovviamente si tratta della massima punizione possibile (non retroattiva), contando che i risultati ottenuti fino a oggi non verranno cancellati. Davanti ci sono diversi mesi di attesa (dai tre ai sei secondo le stime), settimane su settimane in cui il tennista azzurro dovrà confermarsi il numero uno al mondo ancora di più: punti da difendere e situazione psicologica complessa.
Da dire c’è che Jannik ha un team e soprattutto un carattere sufficientemente strutturati per gestire tutto. A Wimbledon ha detto di non aver dormito mai bene la notte, e in semifinale si è arreso – dopo aver pure accusato un piccolo malore – a Daniil Medvedev. Chi si preoccupa in questo caso è anche il capitano di Davis Filippo Volandri. L’ex giocatore ieri ha difeso a spada tratta Jannik: "Sono certo che questa vicenda si concluderà nel migliore dei modi e lo renderà ancora più forte di prima. Siamo al suo fianco, e in Coppa Davis ci sarà sempre una maglia pronta per lui".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su